2012-01-03 15:22:11

Africa in primo piano nei piani del nuovo direttore della Fao, Graziano da Silva


“Abbiamo risorse limitate”, che concentreremo in particolare sull'Africa: lo ha affermato José Graziano da Silva, nuovo direttore generale della Fao, che insediatosi ieri ha tenuto questa mattina a Roma la sua prima conferenza stampa. A seguirla per noi c’era Roberta Gisotti: RealAudioMP3

61 anni, agronomo, il brasiliano José Graziano da Silva, personaggio di spicco sotto la presidenza Lula, è il primo direttore generale latinoamericano della Fao, la più grande agenzia dell’Onu, dedicata a sradicare la fame nel mondo. 3600 dipendenti, poco più della metà nella sede centrale di Roma, il resto in oltre cento Paesi. Già ministro per la Sicurezza alimentare nel suo Paese, "padre" del rivoluzionario programma brasiliano “Fame zero”, da Silva succede al senegalese Jacques Diouf – per ben 18 anni alla guida della Fao – e dopo l’altrettanto lungo mandato del libanese Edouard Saouma. Per questo, il primo mandato di da Silva è stato fissato fino al 2015, proprio allo scadere del famoso obiettivo del Millennio, fissato dalle Nazioni Unite per dimezzare il numero degli affamati nel mondo. Ma questi – sappiamo invece – sono perfino aumentati da 800 a 925 milioni.

Che cosa potrà fare da Silva? “Non abbiamo tempo da perdere – ha detto oggi, nel suo primo incontro con la stampa – dobbiamo recuperare il tempo perduto, ma la Fao da sola non può centrare l’obiettivo”. “Sarà un anno pieno di sfide”, ha aggiunto, elencando i cinque pilastri del suo programma: eradicare la fame, aumentare la sostenibilità delle produzioni e dei consumi alimentari, accrescere la cooperazione Sud-Sud, riformare la Fao decentrando le sue attività sul campo, riducendo le spese amministrative e tagliando i costi eccessivi, creare una governance per la sicurezza alimentare più efficace ed equa.

L’Africa rimarrà una priorità rispetto all’America Latina, dove negli ultimi anni – ha osservato da Silva – si sono ottenuti ottimi risultati nel settore agricolo. Due risposte in particolare ai giornalisti: i biocarburanti, ha sostenuto, non sono un male assoluto, dipende dalle colture utilizzate – come il mais – in eccesso. L’accaparramento delle terre da parte di grandi multinazionali preoccupa soprattutto nei Paesi africani, privi di leggi a tutela dei propri territori: per questo la Fao darà presto un quadro normativo mondiale. (Dal Palazzo Fao, Roberta Gisotti)







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