Sale la tensione tra Iran e Usa. Teheran annuncia lancio di due missili a lunga gittata
In questi primi giorni del 2012 non solo parole ma fatti nel braccio di ferro tra
Iran e Stati Uniti. Dopo le nuove sanzioni finanziarie imposte dagli Stati Uniti,
Teheran ha annunciato stamane il lancio di due missili terra-aria a lunga gittata
nello stretto di Hormuz, in grado teoricamente di colpire Israele e basi Usa. Ciò
accade nell’ultimo giorno di esercitazioni avviate da oltre una settimana dall’Iran
nel Golfo Persico. Quanta preoccupazione c’è di fronte a questi eventi? Roberta
Gisotti ha intervistato il giornalista iraniano Ahmad Rafat:
R. – Il lancio
dei missili è in parte una risposta alla riunione che si è tenuta a Roma il 20 dicembre
sulla possibilità effettiva di porre l’embargo sul petrolio iraniano. E’ una risposta
politica da parte iraniana ad una decisione dei Paesi occidentali che gode anche dell’appoggio
di certi Paesi arabi.
D. – Le sanzioni finanziarie decise da Obama alla
vigilia di Capodanno, hanno aggravato la situazione e provocato il crollo del rial,
ed ora Teheran paventa anche un rialzo del petrolio con perdite, però, reciproche,
in questo caso …
R. – La decisione di porre sotto embargo la Banca centrale
iraniana ovviamente è un danno enorme per l’economia iraniana. I mercati valutari
in Iran hanno reagito immediatamente, ed infatti il primo gennaio – che ovviamente
in Iran non era festa – il dollaro non veniva più venduto perché si suppone un aumento
ulteriore nei prossimi giorni; il mercato del cambio si limitava ad acquistare il
dollaro. Ma il fatto che l’Iran da solo possa provocare un aumento del greggio, è
difficile, a meno che non decida veramente di mettere in atto una minaccia molto grave,
come quella della chiusura dello Stretto di Hormuz.
D. – C’è un’altra
sfida importante sul fronte atomico, ed è l’annuncio di avere inserito nel cuore del
reattore di ricerca nucleare di Teheran una barra di uranio arricchito, arricchito
per la prima volta in Iran …
R. – Questo è, effettivamente, un fatto
che preoccupa moltissimo non solo l’Occidente, ma soprattutto i Paesi della regione
e non solo Israele, ma anche l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait.
Se questa notizia fosse confermata – perché nel passato l’Iran ha annunciato diverse
volte dei passi avanti nel nucleare, che poi non si sono dimostrati completamente
veri – se questo fosse confermato dagli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia
atomica, allora sì che si entrerebbe in una fase nuova per quanto riguarda la questione
nucleare iraniana, con un possibile inasprimento delle sanzioni e - secondo quanto
ha dichiarato di recente anche il capo dello stato maggiore americano - un intervento
militare se fosse necessario.
D. – Dr. Rafat, in questo scenario – appunto
– di tensione che si è alzata, quale ruolo può giocare l’Unione Europea sul piano
diplomatico?
R. – L’Unione Europea potrebbe aumentare le pressioni sull’Iran
per costringerlo a tornare al tavolo delle trattative; negli ultimi giorni dell’anno,
c’è stato uno scambio indiretto di messaggi tra il responsabile della Politica estera
europea e il ministro degli Esteri iraniano, ma non è andato oltre uno scambio di
messaggi indiretti. Il ruolo dell’Unione Europea potrebbe essere proprio quello di
fare da mediatore tra la Repubblica islamica e l’Occidente nel suo complesso.
D.
– E’ una situazione comunque da seguire con apprensione, in questa giornata e forse
anche nei prossimi giorni?
R. – Io credo di sì, perché in Iran molta
gente comune ha iniziato, nei giorni scorsi, a prepararsi ad un eventuale scontro,
anche militare, già prima della decisione di Obama di sanzionare la Banca centrale
iraniana: non si trovano alcuni generi alimentari perché la gente sta accumulando
in vista di un possibile attacco. Pertanto, almeno da parte iraniana c’è molta preoccupazione
per questo indurimento dello scontro tra Iran ed il resto del mondo. (gf)