Marcia della Pace a Brescia. Mons. Giudici: il commercio delle armi rende più poveri
i poveri
Brescia ha ospitato la tradizionale marcia della Pace organizzata per la fine dell’anno
dalla Caritas italiana e da Pax Christi con la collaborazione della Conferenza episcopale
italiana. Preghiere, momenti di silenzio e riflessioni hanno scandito il percorso,
culminato a mezzanotte con la Messa nella collegiata dei Santi Nazàro e Celso. Un’occasione
per riflettere sul tema scelto dal Papa per la 45.ma Giornata della Pace "Educare
i giovani alla giustizia e alla pace". Ma perché la scelta proprio di Brescia? Federico
Piana lo ha chiesto al presidente di Pax Christi Italia, il vescovo di Pavia
Giovanni Giudici:
R. – E’ stata
voluta proprio qui, a Brescia, perché è un territorio – questo dell’industrialità
lombarda – nel quale c’è questo tema della produzione delle armi, e naturalmente fare
passi verso la pace vuol dire anche prendere coscienza che c’è un problema nella produzione
e soprattutto nel commercio delle armi, perché coinvolge problemi economici, molto
gravi, e apre temi di giustizia perché in genere queste armi vengono vendute a Paesi
che, per aumentare i propri armamenti, tengono in situazione di difficoltà le popolazioni.
E quindi, in questo senso è un tentativo di tener vivo questo tema di “passi verso
la pace”.
D. – Momento importante della marcia di quest’anno è stata
anche la riflessione che è stata fatta davanti alle carceri di Mombello per mettere
in evidenza la situazione drammatica nella quale vivono i detenuti …
R.
– Intanto, per richiamare sempre daccapo questo tema dell’umanità del carcere. Nella
comunità cristiana vogliamo che questo tema sia sempre più chiaro. E poi ci sono anche
– come sappiamo – ragioni contingenti nella situazione attuale italiana, per la quale
nelle carceri la vita dei carcerati è veramente in condizioni che non sono rispettose
della loro dignità.
D. – In questa Giornata mondiale della pace non
dobbiamo dimenticare la preghiera …
R. – Inizia l’anno. Quindi, cercare
la pace, pregare per la pace, pensare alla pace all’inizio dei 365 giorni che compongono
l’anno, è un invito a tenere presenti gli aspetti di umanità che sono presenti nel
tema della pace: amare le cose giuste. E nello stesso tempo, aprirci alla Rivelazione
di Dio, al dono che Dio ci fa della pace: essendo, appunto, una realtà così grande
e complessa, noi credenti sappiamo e crediamo che sia innanzitutto un dono di Dio.
Che però chiede la nostra collaborazione.
D. – Il tema di questa Giornata
è “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. Un tema arduo …
R.
– Intanto, perché i giovani sono il nostro futuro; e poi, perché sul tema dei giovani
tanto si parla in questi anni, proprio considerando le difficoltà che i giovani hanno
ad esempio nell’inserirsi nel mondo del lavoro, quindi nell’essere creativi, persone
che preparano essi stessi il loro futuro … E poi, perché i giovani sono il frutto
della buona educazione che noi adulti riusciamo a fornire loro e, contemporaneamente,
persone che a loro volta – come il messaggio ci richiama – devono fare il loro cammini
di formazione personale alla giustizia e alla pace.
D. – C’è un ruolo
molto importante, secondo il Papa, degli educatori, per la formazione alla pace. In
primis, i genitori …
R. – Il Papa ricorda l’esperienza che hanno i genitori
e che possono passare alla generazione dei giovani, e la possibilità che hanno i genitori
di incontrare i giovani sul terreno degli affetti. E’ chiaro che un giovane nasce
e cresce nella sicurezza di sé e del suo rapporto con il mondo nella misura in cui
si sente amato. E come ci insegna San Giovanni Bosco, non basta amare un giovane,
ma bisogna anche fargli sentire che lo amiamo ... (gf)