Il Papa invoca la benedizione di Dio sull'umanità: compito urgente di tutti è educare
i giovani alla giustizia e alla pace
Il Papa invoca la benedizione di Dio sul mondo. Nella Messa d’inizio anno, presieduta
nella Basilica di San Pietro nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella
45.ma Giornata mondiale della pace, porge il suo augurio all’umanità perché accolga
Cristo: Lui è la vera pace. Il servizio di Sergio Centofanti.
L’umanità
cerca la pace, aspira alla giustizia, desidera l’amore. Il Papa indica la strada:
guardare verso Maria, Madre di Dio, “che ha accolto Gesù in sé e lo ha dato alla luce
per tutta la famiglia umana” portando la vera benedizione al mondo intero:
“Come
Maria, la Chiesa è mediatrice della benedizione di Dio per il mondo: la riceve accogliendo
Gesù e la trasmette portando Gesù. E’ Lui la misericordia e la pace che il mondo da
sé non può darsi e di cui ha bisogno sempre come e più del pane”.
“Educare
i giovani alla giustizia e alla pace” è il tema del Messaggio del Papa per questa
Giornata: è un compito che riguarda tutti – afferma Benedetto XVI - e “la famiglia
umana, dopo le tragedie delle due grandi guerre mondiali, ha mostrato di esserne sempre
più consapevole”. Ma educare oggi è “una sfida decisiva … almeno per due motivi”:
“In
primo luogo, perché nell’era attuale, fortemente caratterizzata dalla mentalità tecnologica,
voler educare e non solo istruire non è scontato, ma è una scelta; in secondo luogo,
perché la cultura relativista pone una questione radicale: ha ancora senso educare?,
e poi educare a che cosa?”.
Quindi aggiunge:
“Di
fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo, assumersi la responsabilità
di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza,
alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza”.
Per
i giovani “oggi più che mai – sottolinea il Papa - è indispensabile imparare il valore
e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della
comprensione”:
“I giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti,
ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in
modo opposto, persino intollerante e violento. Solo una solida educazione della loro
coscienza può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre
e soltanto contando sulla forza della verità e del bene”.
Il Papa
indica la responsabilità educativa della famiglia, della scuola e anche delle religioni,
chiamate a far conoscere che “Dio è amore, è giusto e pacifico”:
"Si
tratta essenzialmente di aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare
una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro,
con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore
di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione.
Così potranno diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace”.
In
Gesù “amore e verità” – conclude il Papa - si sono incontrati, “giustizia e pace”
si sono baciate:
"Gesù è una via praticabile, aperta a tutti. E’
la via della pace. Oggi la Vergine Madre ce lo indica, ci mostra la Via: seguiamola!
E tu, Santa Madre di Dio, accompagnaci con la tua protezione. Amen”.
A
mezzogiorno il Papa si è poi affacciato dalla finestra del suo studio privato per
recitare l’Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro ed è tornato a ribadire
l’urgenza di offrire ai giovani nuove opportunità per la loro vita:
"I
giovani guardano oggi con una certa apprensione al futuro, manifestando aspetti della
loro vita che meritano attenzione, come il desiderio di ricevere una formazione che
li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una
famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire
al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società
dal volto più umano e solidale”.
Quindi ha lanciato un appello ai
responsabili delle nazioni perché s’impegnino per la pace: “cessino le guerre, le
divisioni e le inimicizie tra gli uomini” – è stato il suo auspicio – ci sia “riconciliazione
e perdono nelle aree di conflitto” e “una più giusta distribuzione delle risorse della
terra”. La “Regina della Pace – è stata la sua preghiera - guardi con tenerezza tutti
i bambini segnati dalla violenza, dalla guerra, dalle persecuzioni e che sono alla
ricerca di un mondo più fraterno!”. Il Papa ha poi rivolto un “deferente augurio”
al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, formulando all’intero
popolo italiano “ogni miglior auspicio di pace e di prosperità per l’anno appena iniziato”.
Infine, ha salutato tutte le iniziative promosse per la Giornata mondiale della pace
ricordando la Marcia di Brescia, organizzata da Pax Christi e Caritas, e quella di
Roma dalla Comunità di Sant’Egidio, senza dimenticare i giovani dell’Opera Don Orione
e le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, che stanotte hanno vegliato in preghiera
in Piazza San Pietro.