2011-12-31 14:29:44

Sono 2 miliardi i cristiani nel mondo: diminuiscono in Europa, ma aumentano nelle Americhe, Asia e Africa


Negli ultimi cento anni il numero dei cristiani nel mondo non è cambiato in percentuale rispetto alla popolazione ma è decisamente cambiata la distribuzione: netto calo in Europa, mentre in Asia si è passati dal 4% al 13% e in Africa dal 2% al 23%. Anche nelle Americhe si è registrato un aumento: del 10%. Nel mondo i cristiani sono oggi due miliardi e restano la prima religione. Sono dati pubblicati dall’ultimo Rapporto del Pew Forum sul Cristianesimo e ripresi dalla stampa oggi. Per analizzarli con uno sguardo storico, Fausta Speranza ha intervistato il prof. Giandomenico Romanato, docente di Storia contemporanea e storia della Chiesa moderna e contemporanea all’Università di Padova:RealAudioMP3

R. – Il ‘900 è stato un secolo di straordinarie rivoluzioni e di redistribuzione di popolazione; è il secolo del colonialismo, della fine del colonialismo e del post colonialismo; è il secolo del declino dell’Europa e del trasferimento di un ruolo egemonico dall’Europa al Nord America; è un secolo in cui la storia è cambiata radicalmente e rapidamente. Se quindi in questa situazione c’è stata anche una redistribuzione della popolazione cattolica - prima in grande maggioranza in Europa, oggi decisamente in maggioranza nei Paesi extra europei - non è assolutamente un dato che debba stupire, anzi…

D. – Facciamo una riflessione, dunque, considerando questo secolo con i cambiamenti che lei ha illustrato e guardando avanti...

R. – Oggi è in diminuzione la popolazione cattolica e probabilmente anche la fede in Europa, come non si stanca di ripetere Benedetto XVI, ma la popolazione cattolica e, probabilmente anche la fede, sono in crescita in Asia, in Africa, in America Latina, diciamo nei “nuovi continenti”. Questo deve indurre a guardare con speranza al futuro della Chiesa, anche se resta il grande problema, forse anche il dramma, del declino della vecchia cristianità europea. Il cattolicesimo non è nato in Europa, ma, di fatto, si è consolidato nella vecchia Europa, da Roma in avanti. Questo declino della Chiesa in Europa deve indurre a qualche malinconica riflessione, ma non a riflessioni che debbano far pensare ad un declino definitivo, dato che appunto altrove la Chiesa sta rapidamente e, in qualche caso, anche prepotentemente - credo soprattutto nell’Estremo Oriente asiatico - crescendo.

D. – L’occhio della Chiesa guarda alla famiglia umana e, in questo senso, dobbiamo ricordare che la percentuale di cristiani rispetto alla popolazione mondiale è rimasta stabile…

R. – La percentuale è rimasta stabile e deve far pensare anche alla grande persistenza del cristianesimo nel nostro tempo, di fronte alla crescita prepotente della popolazione, che è avvenuta nell’ultimo secolo, in particolare negli ultimi decenni. Davanti alla redistribuzione del potere nel mondo, il cristianesimo ha saputo riposizionarsi: dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista dell’influenza nel mondo, con grande capacità di adattamento alle situazioni nuove. Questo deve farci ripensare anche al Pontificato di Paolo VI, che intuì questa nuova situazione. E’ Paolo VI – non dimentichiamo – che inaugura la stagione dei grandi viaggi extra europei da parte dei Papi e rinnova l’episcopato e anche il collegio cardinalizio, immettendo personale dai continenti nuovi e che, quindi, apre la Chiesa a questa nuova realtà. E’ una Chiesa che sembra, forse, anche in anticipo sui tempi della politica, che ha intuito il rinnovamento e lo ha saputo cavalcare e oggi se ne vedono i frutti.

D. – Una riflessione sul Medio Oriente: lì, terra di Gesù, i cristiani diventano sempre più marginali per quantità…

R. – Questa è una riflessione molto triste. Le condizioni di pericolo in cui vivono i cristiani in tutti i Paesi del Medio Oriente sono un motivo di preoccupazione e di tristezza. Anche qui, però, il problema va visto in un’ottica più ampia: è in atto una generale rivoluzione e un cambiamento degli equilibri politici in Medio Oriente, per cui c’è da sperare che i drammi di oggi siano soltanto un momento di passaggio verso una situazione di maggiore equilibrio e forse anche – si spera – di maggiore sicurezza per la cristianità di questi Paesi.

D. – Su tutto, sui dati, sulla storia che passa, sui secoli che passano, restano le parole di Gesù: “Siate lievito nel mondo”…

R. – Oggi il cristianesimo è lievito nel mondo, in tutto il mondo: è stato lievito per l’Europa per diciotto secoli e negli ultimi due secoli si è trasformato da lievito soltanto per l’Europa in lievito per il mondo. Quindi, credo si stia attuando esattamente la parola che aveva lanciato Gesù duemila anni fa. Oggi il cristianesimo e il cattolicesimo sono un fenomeno mondiale, mentre fino a cento anni fa, ma forse anche meno, erano un fenomeno quasi soltanto europeo. (ap)







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