I giovani di Taizé a Berlino per una nuova solidarietà. Il Papa: il prossimo anno
Roma vi accoglierà con calore
“Aprire ovunque nel mondo cammini di fiducia”. E’ l’incoraggiamento di Benedetto XVI
nel messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, rivolto
ai giovani che partecipano a Berlino, fino al prossimo primo gennaio, al raduno europeo
animato dalla comunità di Taizé. Nel testo, anticipato parzialmente nei giorni scorsi,
il Papa ricorda anche che si terrà a Roma la prossima edizione del “Pellegrinaggio
di fiducia sulla terra”. “Roma – scrive il Pontefice – vi accoglierà calorosamente”.
Sul significato del raduno di quest’anno a Berlino ascoltiamo frère John, della
comunità di Taizé, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – Non
sono solo gli incontri che contano. Questo è un “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”
e speriamo che tutti quelli che verranno, trovino qualcosa per creare nuovi rapporti
di solidarietà tra le persone e che si radichino sempre di più nella fede e nella
fiducia in Cristo, in Dio.
D. – Nel mondo crescono gli squilibri economici,
le disuguaglianze. Ma c’è un popolo con tante, diverse culture - il popolo dei giovani
- che si riunisce a Berlino, proprio per riscoprire il valore della fiducia tra gli
uomini e in Dio…
R. – Si potrebbe quasi dire che sia un miracolo, in
questo momento, che tutti questi giovani, di tutti i Paesi d’Europa, e anche fuori
dell’Europa, si riuniscano per approfondire il senso della vita, a contatto con le
fonti della fede cristiana, della comunione della Chiesa.
D. – Ci sono,
magari, anche incontri tra i giovani di Paesi che tra loro possono avere anche delle
difficili relazioni; si scoprono amicizie anche al di là delle barriere…
R.
– Sì, esatto. Questo è già avvenuto un po’ di anni fa tra i croati e i serbi, che
si incontrarono a Taizé alla vigilia della guerra. Anche oggi ci sono queste divisioni.
I giovani vedono le cose in un’altra maniera: loro vedono ciò che unisce, vedono il
desiderio di una sola famiglia umana. In questo senso, forse, è presente un nuovo
spirito: lo spirito di essere in ricerca insieme. E’ vero che non dobbiamo essere
troppo ottimisti, nel senso che i giovani sono molto toccati da questi problemi economici.
Sono preoccupati per il loro futuro, ma proprio il fatto di scoprire l’unità e le
radici nella fede, forse permette loro di affrontare con più serenità queste difficoltà.
D.
– Difficoltà, che in questo raduno annuale a Berlino, si specchiano in una città emblematica,
simbolica, da questo punto di vista. Una città che ci invita proprio a riflettere
su come superare le barriere…
R. – E’ bello fare qui il nostro incontro,
perché Berlino è il simbolo del Muro, del muro tra i popoli. Ma simboleggia anche
tutti i muri che ci sono tra gli uomini. Questo muro a Berlino non esiste più e quindi
questa città può essere un segno per tutti quelli che vogliono distruggere le barriere
tra gli uomini. In questo senso, quest’anno è molto particolare.
D.
– Berlino è la tappa di quest’anno, ma – lo possiamo anticipare – la prossima sarà
Roma…
R. – L’ultimo incontro a Roma risale al 1986. Quindi, dopo 25
anni torniamo a Roma, per vivere questo momento di scambio, per vivere insieme la
festa della fede. (ap)
Sono oltre i 30 mila i giovani, provenienti da diversi
Paesi, arrivati a Berlino per partecipare al raduno europeo, animato dalla Comunità
ecumenica di Taizé. A ognuno è stata consegnata la lettera del priore della Comunità,
frère Alois, nella quale si esortano, in particolare le nuove generazioni, ad aprire
strade fiducia tra gli uomini e in Dio. La città tedesca ha accolto i giovani con
grande entusiasmo, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco una ragazza
italiana, Emily:
R. – C’è
un’atmosfera molto accogliente e l’abbiamo visto anche nelle famiglie che ci hanno
accolto: le persone sono veramente molto felici di vivere con noi quest’esperienza.
D. – Esperienza segnata anche dal tema di quest’anno incentrato sulla
fiducia negli uomini e in Dio. Come riscoprire oggi questa fiducia, in un mondo dove
sembra che in realtà tutto si perda in altre cose?
R. – Io spero che
piano, piano quando cresceremo, anche questo mondo migliorerà e si potrà acquisire
la fiducia più facilmente, perché nel mondo in cui viviamo adesso è abbastanza difficile.
Affrontando, però, esperienze come quella di Taizé, penso che si possa acquisire la
fiducia più facilmente.
D. – Qualche tua impressione anche riferita
a questa città, Berlino, che è un po’ il simbolo di nuove speranze…
R.
– Per me, è il simbolo di un’unione tra le diverse culture, che hanno molte differenze,
in cui si scopre, però, sempre, qualcosa di comune.(ap)