2011-12-28 07:56:56

Funerali di Kim Jong-il: delegazione sudcoreana incontra il nuovo leader


Non sono stati ammessi stranieri, tantomeno media, ai funerali oggi di Kim Jong-il, il cosiddetto ‘caro leader’ della Corea del Nord deceduto il 17 dicembre. Al passaggio del feretro su una limousine nera con fiori bianchi e bandiera rossa, la folla si è lasciata andare a scene di pianto collettivo. A rendere omaggio alla salma nel memoriale di Kumsusan a Pyongyang si è recata una delegazione della Corea del Sud. Una visita autorizzata da Seoul in via eccezionale per l'ex first lady, Lee Hee Ho, e per la presidente del colosso industriale Hyundai, Hyun Jung-eun, che hanno personalmente espresso le loro condoglianze al nuovo leader Kim Jong-un. La visita delle due donne e l’incontro con il successore al potere, dunque, può essere il simbolo di un possibile riavvicinamento tra i due Paesi formalmente ancora in guerra anche se sotto armistizio? Fausta Speranza lo ha chiesto a Stefano Vecchia, giornalista che si occupa di questioni asiatiche:RealAudioMP3

R. - Indubbiamente si è trattato di un evento particolare: di fatto è stato l’incontro a più alto livello tra esponenti nord coreani e sud coreani dall’anno 2000, quando vi fu l’incontro del leader nord coreano Kim Jong-il e il presidente sud coreano dell’epoca. Quindi è indubbiamente un passo avanti. Bisognerà, però, cercare di tener presenti le molti questioni tra le due Coree e i contenziosi in atto.

D. - La Corea del Nord è un Paese povero che ha investito molto sul nucleare; dunque, oltre ai rapporti con la Corea del Sud, rappresenta a livello internazionale una questione aperta proprio per il nucleare. Grande alleato è la Cina, che però negli ultimi anni è cambiata molto di più di quanto sia cambiata Pyongyang. Cosa ci si può aspettare di nuovo nella geopolitica dell’area?

R. - Indubbiamente un’ulteriore pressione diplomatica da parte dei grandi che cercano in qualche modo di controllare, di limitare o di addirittura chiudere l’esperienza nucleare militare nord coreana. La Cina stessa ha vasti interessi nel mantenere una Corea del Nord stabile e questo implica fare da mediatrice tra la Corea del Nord e, appunto, le diplomazie internazionali. La Cina teme fortemente una destabilizzazione del Nord che porterebbe un afflusso immenso di gente al di là dei confini, e quindi rischierebbe davvero di mettere in crisi lo stesso sistema cinese.

D. - Ricordiamo che il nuovo leader della Corea del Nord è il nipote di Kim Il-sung, il vero protagonista della guerra di Corea del ’50-’53, che resta per il Paese il ‘presidente eterno’: suo figlio, proprio il ‘caro leader’ appena deceduto, ha assunto varie cariche nel partito e a capo delle forze armate in un arco di tempo di 3 anni. Ora sembra che la fase di assunzione dei poteri per Kim Jong-un, anche se ha solo 27 anni, sarà più rapida: significa che cambiano i tempi anche per Pyongyang?

R. - Diciamo che la successione così rapida di Kim Jong-un è stata una questione di necessità, essendo il padre deceduto improvvisamente. La successione è stata preparata in tempi molto rapidi, e Kim Jong Un non ha il potere assoluto, non ha la presa soprattutto sui militari e sui vertici del partito; quindi è solo una transizione, indubbiamente difficile e ricca di incognite.

D. - A livello internazionale, oltre alle perplessità sul nucleare, oltre a tutta la geopolitica dell’area, c’è anche un discorso economico, perché la Corea del Sud in questo momento sta guardando molto alla Cina, che a sua volta, guarda più agli interessi economici che non all’ideologia della Corea del Nord. È vero che sta prevalendo l’aspetto economico?

R. – Corea del Sud e Cina hanno bisogno di un passaggio, in questo momento precluso dalla Corea del Nord. La Corea del Nord è quasi impermeabile a ogni transito che non sia quello aereo. Quindi, questo rende difficile un collegamento diretto, stretto di tipo commerciale tra Corea del Sud e Repubblica popolare cinese, che in questo momento è importante per entrambi. Teniamo a mente l’esempio di una ferrovia trans-coreana che arriverebbe fino a Pechino e che ora è bloccata, appunto, dall’intransigenza di Pyongyang.

D. - Nominiamo un altro grande alleato della Corea del Nord, un alleato storico, cioè la Russia: la Russia in questo momento ha cercato di fare un accordo per un gasdotto che dalla Siberia attraverso la Corea del Nord arrivi in Corea del Sud, quindi anche la Russia è più concentrata sul piano economico … E’ così?

R. – Certo, e molto più che la Cina, in qualche modo, perché la Russia non ha interessi strategici diretti che sono invece interessi della Cina. La Russia non teme gli effetti immediati destabilizzanti che un cambio della guardia improvviso nella Corea del Nord potrebbe portare. (bi)







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