Betlemme: la sinfonia catechetica di Kiko Argüello su "La sofferenza degli innocenti"
Una composizione musicale, celebrativa e catechetica, in onore della Vergine Maria,
sul dolore di chi non ha colpa. E’ "La sofferenza degli Innocenti" la sinfonia composta
da Kiko Argüello tra gli iniziatori del Cammino neo-catecumenale. L’esecuzione dell’opera,
ieri pomeriggio alla Convention Palace di Betlemme, nell’ambito di un’ampia celebrazione
di preghiera e riflessione comune sul dolore e sulla speranza, introdotta dal patriarca
latino di Gerusalemme Fuad Twal. Presenti in 1700 tra arabi cristiani, ortodossi,
anglicani e musulmani. I musicisti, 180 giovani spagnoli e italiani, oggi alle 19.00
replicheranno il concerto a Gerusalemme, al Teatro del Municipio, alla presenza di
rabbini ed esponenti del mondo ebraico. Il servizio di Gabriella Ceraso.
Un omaggio
a Maria, la Vergine cui una spada ha trafitto il cuore, secondo la profezia di Simeone;
alla Madre che, insieme a suo Figlio, ha patito per la salvezza del mondo; a Colei
che si è sottomessa allo scandalo della sofferenza degli innocenti nella sua propria
carne: questo è espresso nei quattro movimenti della sinfonia di Kiko Argüello che
con la musica e con le voci rievoca il Getsemani, ovvero la sofferenza di Gesù dinanzi
al Calice del Padre; il lamento di Maria sotto la Croce e poi il perdono invocato
dal Cristo crocifisso per tutti gli uomini. E infine, quella spada contro la Vergine,
quella spada che rappresenta il male del mondo che colpisce gli innocenti, dinanzi
al quale tutti siamo chiamati alla conversione. Così Kiko Argüello,
che introduce la sua sinfonia spiegandone anche la genesi, a partire da un’esperienza
personale: quella di aver trovato nella gente schiacciata, abbandonata, violentata
e offesa in tutto il mondo l’immagine del Cristo crocifisso:
“Ma Dio
si è fatto uomo per prendersi lui la sofferenza di tutti gli innocenti. E’ Lui l’innocente
totale, l’agnello condotto al macello senza aprire bocca. Colui che porta su di sé
i peccati di tutti”.
Dunque, la sofferenza degli innocenti non è il
silenzio di Dio, e il dolore non è senza speranza. Non c’è infatti – dice Kiko – solo
la spada a trafiggere il cuore della Vergine, ma c’è anche il Calice che Gesù beve
per la nostra redenzione. Ed è per questo che il concerto si chiude con il canto del
“Resurrexit”. La celebrazione a Betlemme si conclude con una preghiera comune per
la pace nel mondo, per tutti gli innocenti che soffrono. Ma le ultime parole lasciate
alla platea sono quelle del patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal
che si sofferma, attualizzandolo, sul tema della serata: quello della sofferenza.
“Noi,
Chiesa di Gerusalemme, abbiamo vissuto questo mistero della sofferenza. Questo grido
di sofferenza e di dolore fa parte della nostra vita. Siamo Chiesa del Calvario e
della Croce, ‘Via Crucis’ che non ci dà l’impressione di finire molto rapidamente.
Eppure, il Calvario che è nostro, non è lontano: appena dieci metri da una tomba vuota.
Siamo Chiesa del Calvario, però allo stesso tempo siamo Chiesa e della gioia e della
resurrezione e dell’‘Alelluja’ e della speranza, e nessuno ci potrà trattenere dal
cantare il nostro ‘Alleluja’!”. (gf)