Pakistan: per il ministro degli Interni sono terroristi islamici gli assassini di
Shahbaz Bhatti
Gli assassini del ministro cattolico per le Minoranze Shahbaz Bhatti sono attivisti
del Sipah-e-Sahaba, organizzazione terroristica musulmana. Lo ha affermato il ministro
pakistano degli Interni Rehman Malik nel corso di un evento di Natale alla chiesa
di Fatima di Islamabad, aggiungendo che le autorità del Paese, insieme all’Interpol,
“stanno facendo il possibile” per farli tornare in Pakistan dopo la loro fuga a Dubai.
Paul Bhatti, consigliere speciale del primo ministro per l’Armonia nazionale e fratello
del ministro assassinato il 2 marzo scorso, ha elogiato le dichiarazioni di Rehman
Malik, sottolineando che “porranno fine alle voci che circolano sull’omicidio di mio
fratello”. Di recente infatti - riferisce l'agenzia AsiaNews - fonti vicine alla polizia
di Islamabad volevano i due assassini – identificati come Zia-ur-Rehman e Malik Abid
– già in Pakistan, mentre alcuni giornali locali sostenevano che il movente fosse
legato a "dispute fra familiari per beni e proprietà". Durante alcune visite per le
celebrazioni natalizie, Paul Bhatti ha chiesto al ministero delle Risorse energetiche
di non spegnere le luminarie delle chiese di Islamabad, Rawalpindi, Attock, Chakwal
e Jehlum, per consentire alle comunità cristiane di celebrare il Natale senza ostacoli,
secondo la tradizione. Il Ministero infatti ha programmato una serie di blackout per
ridurre il consumo energetico. Proprio a Rawalpindi, il consigliere speciale per l’Armonia
nazionale ha visitato e distribuito dei regali tra i bambini affetti da disabilità
dell’ospizio St. Joseph. “Voglio portare avanti la missione di mio fratello nel servire
l’umanità – ha detto Bhatti ai piccoli e al personale medico –, per creare un’atmosfera
di pace, amore e stabilità. Non ho alcun interesse politico, né ritorno economico”.
Nel suo messaggio di Natale mons. Rufin Anthony, vescovo di Rawalpindi-Islamabad,
ha puntualizzato: “Ciò che rende questa festa un momento straordinario è che Dio si
è fatto uomo. Grazie a questo, noi possiamo abbracciare l’umanità intera, in noi stessi
e negli altri. Possiamo amare senza paura e perdonare senza aspettarci una ricompensa.
Perché nel farsi uomo, Dio ci ha mostrato che attraverso l’amore tutto è possibile”.
(R.P.)