Funerali di Kim Jong-il: Pyongyang apre a due delegazioni sudcoreane
Mentre si avvicina la data delle esequie ufficiali del dittatore nordcoreano, il “grande
successore” Kim Jong-un “sembra voler studiare i propri avversari prima di decidere
la propria politica estera. Ecco perché ha ricevuto le due delegazioni della Corea
del Sud: vuole capire chi ha davanti e se riuscirà a ottenere aiuti umanitari prima
di usare la forza”. Lo dice all'agenzia AsiaNews una fonte del governo sudcoreano,
che commenta la visita di alcune personalità sudcoreane a Pyongyang. Fra i membri
della due delegazioni ufficiali erano presenti anche il presidente del colosso industriale
Hyundai Hyung Jun-eun e l’ex first lady Lee Hee-Ho, vedova dell’ex presidente sudcoreano
Kim Dae-jung. “Spero che la nostra visita al Nord aiuterà a migliorare i rapporti
fra Nord e Sud”, ha dichiarato la signora Lee all’agenzia Yonhap prima di varcare
la frontiera. Suo marito Kim Dae-jung, presidente a Seoul dal 1998 al 2003 e morto
nel 2009, fu protagonista insieme a Kim Jong-il dello storico primo vertice fra le
due Coree nel 2000. Anche la Hyundai - il gruppo industriale conglomerato di cui il
colosso automobilistico Hyundai Motor è una delle società controllate - è stato protagonista
del timido avvio di collaborazione economica fra le due Coree negli scorsi anni. Il
suo presidente Hyung ha incontrato più volte lo scomparso “caro leader”. La visita
della vedova Kim, riprende la fonte di AsiaNews, “ha un forte valore simbolico anche
per i sudcoreani. Suo marito lanciò la ‘Sunshine policy’, la politica di apertura
fra le due Coree per la quale ha vinto anche un Nobel, e ha tracciato una linea di
pensiero forte ancora oggi: dialogo prima di tutto. Anche se l’attuale governo, conservatore,
non la pensa allo stesso modo”. Nel frattempo, la stampa ufficiale della Corea del
Nord ha iniziato a fare riferimento a Kim Jong-un come al capo del Partito dei Lavoratori,
il partito unico comunista al potere. A Pechino intanto, oggi sono iniziati dei colloqui
bilaterali fra Cina e Corea del Sud proprio sulla morte di Kim Jong-il e sul futuro
del Nord: la Cina sembra intenzionata ad abbandonare l’erede in caso di ricorso alla
violenza. (R.P.)