In Australia, terra d'immigrazione, il Natale è un crogiolo di tradizioni
Lo spettro della crisi aleggia anche in Australia. Il Natale di quest’anno, dunque,
si presenta sotto il segno della sobrietà anche in questo Paese come ci riferisce
padre Eric Skruzni, rettore del Seminario Redemptoris Mater di Sydney, al microfono
di Lev Sordi:
R. – Per
via della crisi economica, le persone hanno paura di perdere il lavoro. Vedendo anche
gli effetti di questo momento sull’Europa, molti australiani hanno iniziato a preoccuparsi
e, in questo senso, sono anche un po’ più cauti nel comprare i regali per la propria
famiglia. Diventa quindi più importante lo stare insieme con la famiglia, piuttosto
che spendere dei soldi per acquistare i regali.
D. – Alla luce di questi
fatti, che cosa augura ai fedeli?
R. – Stare in famiglia, in comunione.
Sappiamo che molte famiglie hanno diverse tradizioni: molti, ad esempio, si sono sposati
con persone non australiane, il che rende difficile riuscire a definire cosa sia davvero
una tradizione australiana. La maggior parte di noi di noi è nata da famiglie di immigrati,
e quindi le tradizioni sono molteplici e diverse tra loro. Alcuni preferiscono celebrare
più la vigilia del Natale, la sera del 24 dicembre, mentre altri festeggiano con il
pranzo di mezzogiorno del 25. La cosa importante, però, è accettare le differenze
degli altri e cercare la comunione in famiglia. Tanti auguri all’Australia! (vv)