2011-12-24 15:14:47

Russia, l’opposizione torna in piazza a Mosca


A Mosca, si è svolta la seconda grande manifestazione dell’opposizione russa che chiede l’annullamento delle elezioni politiche del 4 dicembre scorso. E mentre è guerra di cifre tra organizzatori e Ministero degli interni, in piazza si segnalano diversi esponenti della società civile. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

“Qui c'è tanta gente per assaltare il Cremlino", lancia il guanto di sfida nel suo intervento dal palco della manifestazione, Alexei Navalni, il più famoso blogger russo anti-Putin. La gente ad ascoltarlo, in effetti, è d’avvero tanta: oltre 120 mila persone secondo gli organizzatori, circa 30mila per il Ministero degli interni russo. Navalni ha poi promesso che la prossima volta scenderà in piazza un milione di persone, “perche torneremo – ha detto il blogger – finché non ci daranno quello che ci spetta”. Dal palco è intervenuto anche l'ex campione mondiale di scacchi, Garry Kasparov, secondo il quale il 2012 “sarà l'anno delle trasformazioni”. In prima fila tra i dimostranti anche l'ex ministro delle Finanze, Alexei Kudrin. L’ex fedelissimo di Vladimir Putin fu escluso dal governo il settembre scorso per aver attaccato il presidente Medvedev. E tra la folla si segnalano anche l'ex vicepresidente Nemtosv e lo scrittore Akunin che hanno invitato a non votare Putin alle presidenziali che si terranno a marzo. Per il momento non si registrano tensioni o arresti. Nessun commento da parte del Cremlino e del governo russo.

Siria, funerali delle 44 vittime degli attacchi kamikaze
A Damasco, migliaia di persone hanno preso parte ai funerali delle 44 vittime del duplice attentato suicida compiuto ieri contro le sedi di due servizi di sicurezza siriani. La folla ha accompagnato le bare nella Moschea degli Omayyadi, scandendo slogan in favore di Assad e contro i presunti “nemici della patria”. Fra le bandiere siriane e le immagini dei morti sono apparsi anche i vessilli giallo-verdi del movimento sciita libanese Hezbollah, alleato di Iran e Siria. Il primo attacco suicida dall’inizio delle proteste nel marzo scorso rischia dunque di allargare la spaccatura nel Paese. Lo scambio di accuse è durissimo. Il governo di Assad continua a puntare il dito contro al Qaeda e le forze straniere che “vogliono destabilizzare la Siria”. L’opposizione parla di strategia della tensione e vede la mano del regime dietro la strage ieri. È giallo poi sulla falsa rivendicazione, circolata in mattinata, dei Fratelli Musulmani siriani. Il gruppo politico ha subito smentito la paternità dell’attacco rivendicata da un sito che riporta gli stessi colori e lo stesso logo di quello autentico. Intanto è entrata nel vivo la missione degli osservatori della Lega Araba che oggi incontreranno il ministro degli Esteri siriano.

Tunisia, governo
In Tunisia il governo ha ottenuto ieri la fiducia da parte dell’Assemblea Costituente. La compagine – 41 membri – è uscita vincente con 154 sì, 38 no e 11 astenuti. Giovedì il premier, Hamadi Jebali, aveva presentato ai 217 membri eletti della Costituente la lista dei ministri, i cui dicasteri chiave – Interni, Esteri e Giustizia – sono andati al partito islamico Ennahda, vincitore delle elezioni del 23 ottobre scorso.

Pakistan, terrorismo
Nuovo attentato terroristico in Pakistan. Almeno nove persone sono morte e 17 sono rimaste ferite in un attacco suicida contro una sede delle forze di sicurezza di frontiera nella provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkhwa. L’azione è stata rivendicata dai talebani che accusano il governo di seguire le politiche statunitensi.

Nigeria violenze
In Nigeria, oltre 50 terroristi del gruppo islamista "Boko Haram" sono rimasti uccisi nei combattimenti con l’esercito nei pressi della città di Damaturu, nel nord est del Paese. Lo ha riferito un generale delle forze armate ad una stazione radio locale. Fonti mediche avevano precedentemente riferito di 19 cadaveri trasportati nell'obitorio dell'ospedale di Damaturu e di altri 20 a Maiduguri. Al momento non si registrano dichiarazioni da parte di Boko Haram. Nelle ultime due settimane si è registrata un’escalation degli scontri tra le forze di sicurezza nigeriane e le milizie del gruppo terroristico.

Italia, sindacati contro la manovra economica del governo Monti
I leader dei sindacati italiani davanti Montecitorio contro la manovra varata dal governo Monti. Stamattina, Bonanni, Camusso, Epifani e Centrella hanno ribadito che il provvedimento è recessivo e hanno chiesto che si riapra la trattativa sulle pensioni e sullo sviluppo. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

I sindacati sono convinti che gli italiani passeranno un Natale peggiore del passato. Anche per colpa della manovra varata dal governo. Per questo, hanno convocato una conferenza stampa a Montecitorio dove da dieci giorni è stato allestito un presidio. Susanna Camusso, leader della Cigl, afferma che il capitolo delle pensioni non è chiuso.

“Quella riforma apre problemi per il mercato del lavoro, per chi aveva l’impegno di andare in pensione, magari non ha neanche più un lavoro neanche più la mobilità, costituisce un problema perchè blocca il lavoro per molti anni dei lavoratori e lavoratrici che invece pensavano di uscire. Quindi, è un blocco all’ingresso dei giovani”.

Netto anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che chiede ai partiti di essere più presenti nell’esecutivo, e di preferire i lavoratori alle lobby.

“Se hanno approvato in parlamento, non l’hanno approvato i cittadini, e in nome loro, noi continuiamo la battaglia. Sulla vicenda fiscale siamo caricati come muli. Bisogna che il carico vada anche su altri, quelli che finora l’hanno scampata”.

Il leader della Uil Luigi Angeletti è convinto che questa manovra non aiuterà il Paese a crescere:

“Discutere con le parti sociali su come si fa ad evitare una recessione, a creare posti di lavoro, e quindi evitare di fare un’altra manovra perché questa si rivelerebbe inutile anche sul piano del rigore, perché crescendo di meno ci saranno meno entrate per lo Stato”.

E Giovanni Centrella dell’Ugl rilancia: “Questo governo doveva fare una patrimoniale e uscire dagli schemi del passato”.(bi)

Corea del Nord
In Corea del Nord il giornale del partito comunista ha definito il nuovo leader Kim Jong-un “comandante supremo” dell’esercito, confermando così il rafforzamento del potere del successore di Kim Jong-il, morto la scorsa settimana. Pyongyang ha, intanto, criticato la scelta della Corea del Sud di non inviare alcuna delegazione ufficiale per presentare le condoglianze per la morte del dittatore. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 358







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