2011-12-24 14:32:45

Nel giorno di Natale, il tradizionale pranzo per i poveri della Comunità di Sant'Egidio


Assistere i più bisognosi nel giorno di Natale: con questo obiettivo, la Comunità di Sant’Egidio organizza per domani il tradizionale pranzo di solidarietà per i poveri, nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere. Ma l’iniziativa, avviata nel 1982, si è ormai estesa a molti altri Paesi del mondo. Isabella Piro ne ha parlato con Augusto D’Angelo, esponente della Comunità di Sant’Egidio:RealAudioMP3

R. - Ormai sono passati molti anni da quando è iniziata questa iniziativa. Ci avviciniamo al 30.mo anno, e questa tavola del pranzo di Natale, dalla Basilica di Santa Maria in Trastevere, si è allargata un po’ in tutto il mondo: lo scorso anno i Paesi coinvolti erano 71, i pranzi sono stati organizzati in 471 città, e si son seduti a tavola con noi, il giorno di Natale, almeno 100 mila persone.

D. - La crisi economica mondiale porta nuovi poveri alla vostra mensa?

R. - Sicuramente genera nuova povertà, genera nuovo disagio e purtroppo devo dire, con grande rammarico-sono riapparse numerose famiglie povere con bambini. Prima la povertà era fatta quasi esclusivamente di singoli, perché le famiglie in Italia sono una sorta di ammortizzatore sociale. Invece, adesso, alle nostre mense, hanno cominciato a riaffacciarsi famiglie intere con bambini piccoli di 2 o 3 anni. Sono famiglie che magari hanno un lavoro precario, hanno una casa in affitto, e che non ce la fanno più a pagare, con i pochi soldi che guadagnano, tutto quello che devono pagare.

D. - Come si può aiutare la Comunità di Sant’Egidio a organizzare questo pranzo?

R. - C’è da riempire una grande slitta di regali, c’è bisogno di torce tascabili, radioline, foulard, ombrelli, sacchi a pelo… Però - direi- che la cosa migliore è collegarsi sul sito della comunità di Sant’Egidio, www.sant'egidio.org. Lì c’è tutto un elenco di cose che si possono fare: ci sono i centri di raccolta, i conti correnti se qualcuno non potesse portare delle cose e volesse comunque contribuire, in modo che tutti assieme si riesca a riempire veramente questa slitta che vogliamo usare per portare un regalo a tutte le persone che festeggeranno il Natale con noi.

D. - In tanti anni di assistenza e vicinanza ai poveri durante il periodo natalizio, c’è un episodio che l’ha segnata particolarmente e che ci vuole raccontare?

R. - Riceviamo molte telefonate di persone che decidono di passare il giorno di Natale non più nella routine festaiola e un po’ senza senso, anche priva di senso religioso, ma che scoprono invece, attraverso il Natale, la possibilità di riavvicinarsi a dei mondi che non conoscevano, che talvolta sentivano lontani. E proprio nel regalare un po’ del proprio tempo agli altri, hanno riscoperto il senso di una festa che è, appunto, un po’ un miracolo: il miracolo di vedere volti sorridenti di tante persone oppresse dalla fatica della vita; ma anche il miracolo di scoprire tante persone oppresse dal lavoro, dalle preoccupazioni che invece, dedicandosi agli altri, si sentono più liberi.

D. - Qual è quindi l’augurio della Comunità di Sant’Egidio per il Natale 2011, ma anche per il nuovo anno 2012?

R. - È che lo spirito del Natale, quindi questa festa delle feste, faccia riscoprire un sentimento di solidarietà a tutti, perché è quello di cui ci sarà bisogno nei tempi futuri per affrontare i guasti che la crisi sta portando anche a livello sociale in Italia.

D - È quindi un augurio di speranza?

R. - Sicuramente!(bi)







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