Canti popolari di Natale per l'inaugurazione del presepe in Piazza San Pietro. Il
Papa accende il lume della pace
Pomeriggio di musica e preghiera quello di oggi in Piazza San Pietro. Alle 16.45 inizia
la cerimonia di inaugurazione del Presepe, una tradizione iniziata nel 1982 per volere
di Papa Wojtyla e affidata al Governatorato della Città del Vaticano. Nell’anno della
Beatificazione di Giovanni Paolo II, il Papa del “Totus Tuus”, la grande Natività,
nei suoi quadri laterali, si ispira in particolare alla vita di Maria. La cerimonia
si concluderà con una preghiera guidata dal cardinale Angelo Comastri e alle 18.00
con l’accensione, da parte del Papa, del lume della pace posto sul davanzale della
finestra del suo studio privato. Ad animare la cerimonia sarà l’omaggio musicale,
intitolato “La Chiarastella”, offerto dall’Orchestra popolare dell’Auditorium Parco
della musica di Roma diretta dal maestro Ambrogio Sparagna. Oltre 100 voci,
tra cui 60 bambini, accompagnate da strumenti tradizionali d’Italia e del mondo in
una rassegna di melodie popolari natalizie. Gabriella Ceraso ne ha parlato
con il maestro Sparagna:
R. – Io ho
pensato ad un presepe cantato, qualcosa che raccogliesse l’animo semplice e fortemente
devoto del popolo italiano e non solo.
D. – I canti ricostruiscono il
senso religioso del Natale, a prescindere dai lustrini e dalla frenesia che ci circonda.
Cosa raccontano?
R. – Tutto questo grande repertorio è ascrivibile a
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che pensava di porgere il Vangelo attraverso le canzoni.
Raccontano questa volontà di fare festa insieme a Gesù Bambino, nella semplicità del
racconto ed anche della fede. Queste sono affermazioni di fede, non si tratta soltanto
di un esercizio melodico o creativo: questo grande repertorio sta in piedi perché
la gente ci crede davvero. Gli zampognari, quando cantano queste cose, sono fortemente
compresi in questa loro funzione, sono in qualche modo i predestinati, quelli che
hanno capito per primi la stella ed hanno seguito la sua luce. Noi chiamiamo lo spettacolo
“La Chiarastella” proprio per questo motivo. E’ questo il segno che vogliamo dare:
la semplicità del messaggio che il mistero dell’Incarnazione ci offre, oggi più che
mai. Perciò ho affidato due canti ai bambini, che sono entrambi di Sant’Alfonso Maria
de’ Liguori: “Ninna nanna” e “Questo bambino mio bellissimo”.
D. – Ha
citato il vescovo e Santo Alfonso Maria de’ Liguori. I suoi canti, della metà del
‘700, sono ancora vivi fino al 2011. Com’è possibile?
R. – E’ possibile
perché erano canti che servivano fondamentalmente a raccontare uno spirito di sincera
adesione al mistero dell’Incarnazione. Sono canti che creano unione, che creano identità
ed hanno una forza straordinaria. Certo, bisogna rileggerli in una logica di musica
viva, pulsante. Quando si canta davanti a Gesù Bambino si deve fare festa! Così ci
insegna Sant’Alfonso, non lo sto dicendo io. Lui diceva “Bambino mio bellissimo, tu
m’hai rubato il cuore. Bambino mio dolcissimo, per te ardo d’amore”. Il Natale è questa
gioia, questo stare insieme. E’ bellissimo, poi, stare insieme a tante storie, a tante
culture diverse e a tanti mondi diversi.
D. – Un canto bavarese per
il Papa, c'è anche questa sorpresa in programma...
R. – Sì, nell’area
bavarese si tratta di una tradizione che conosco, in un certo senso è l’equivalente
del nostro “Tu scendi dalle stelle”.