Incontro a Roma con mons. Mamberti e Giulio Terzi di Sant'Agata sul Messaggio del
Papa per la pace
“Educare i giovani alla giustizia alla pace”. Questo il tema del messaggio di Papa
Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2012, che è stato al centro di un
incontro svoltosi ieri sera a Roma. L’evento, promosso dalla Congregazione dei Figli
dell’Immacolata Concezione e da Elea, ha visto la partecipazione dell’arcivescovo
Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati e del ministro degli esteri
italiano Giulio Terzi di Sant’Agata. Il servizio di Michele Raviart:
Affrontare
il tema della pace in una prospettiva educativa, nel convincimento che i giovani con
il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al
mondo. Questo l’auspicio del Santo Padre nel messaggio per la Giornata mondiale della
pace del 2012, dopo un anno di frustrazione per una crisi economica le cui radici
sono prima di tutto antropologiche e culturali. Educare i giovani alla pace, attraverso
la giustizia e la verità universale, è un dovere primario di tutta la società e delle
sue istituzioni, a cominciare dalla famiglia, come ci spiega mons. Dominique
Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati:
“La
famiglia è il primo ambiente dove si viene educati alla giustizia e alla pace. Occorre,
perciò, aiutare innanzitutto i genitori a esercitare il loro diritto-dovere primario
in materia educativa. Diviene così una priorità, adoperarsi ad ogni livello per creare
le condizioni migliori perché la famiglia possa adempiere il suo compito, rimuovendo
gli ostacoli che vengono da condizioni di lavoro poco armonizzabili con la responsabilità
familiare, da preoccupazioni per il futuro, da ritmi di vita frenetici”.
Un
invito rivolto principalmente ai responsabili politici, che devono anche poter “offrire
ai giovani un’immagine limpida della politica, come vero servizio per il bene di tutti”.
Un’educazione che ha bisogno di testimoni credibili, e che non può prescindere dai
mezzi di comunicazione di massa:
“Non esiste nella società chi ha il
compito esclusivo di formare e chi ha invece quello esclusivo di informare. Già il
Concilio Vaticano II metteva in guardia dal pericolo di un’informazione che non tenesse
conto della legge morale dei diritti e della dignità dell’uomo”.
La
formazione integrale della persona, riguarda innanzitutto la dimensione morale e spirituale
dell’essere, e la prima educazione “consiste nell’imparare a riconoscere nell’uomo
l’immagine del Creatore e, di conseguenza, ad avere un profondo rispetto per ogni
essere umano”. La verità, quindi, come mezzo per un espressione compiuta della libertà,
che non è il dominio del libero arbitrio, ma è il rapporto con gli altri, e soprattutto,
con Dio. La base, quindi, della convivenza giusta e pacifica tra le persone. Una giustizia
che non è una semplice convenzione umana, ma una legge morale universale; una pace
che non è solo un dono di Dio, ma un’opera da costruire. Giulio Terzi di
Sant’Agata, ministro degli Esteri italiano:
“La pace non
è più l’assenza dello stato di guerra, ma con il mutare dei fattori di crisi si definisce
oggi in senso positivo: la pace è perciò lotta alla miseria, lotta alla povertà, alla
malattia, al degrado ambientale. È integrazione dello straniero, è stabilità, è sicurezza.
E riprendendo le parole di Papa Paolo VI, la pace non è pacifismo, non nasconde una
concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti e universali valori della
vita, verità, giustizia, libertà e amore”. (bi)