2011-12-23 14:17:05

Incontro a Roma con mons. Mamberti e Giulio Terzi di Sant'Agata sul Messaggio del Papa per la pace


“Educare i giovani alla giustizia alla pace”. Questo il tema del messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2012, che è stato al centro di un incontro svoltosi ieri sera a Roma. L’evento, promosso dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione e da Elea, ha visto la partecipazione dell’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati e del ministro degli esteri italiano Giulio Terzi di Sant’Agata. Il servizio di Michele Raviart:RealAudioMP3

Affrontare il tema della pace in una prospettiva educativa, nel convincimento che i giovani con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo. Questo l’auspicio del Santo Padre nel messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2012, dopo un anno di frustrazione per una crisi economica le cui radici sono prima di tutto antropologiche e culturali. Educare i giovani alla pace, attraverso la giustizia e la verità universale, è un dovere primario di tutta la società e delle sue istituzioni, a cominciare dalla famiglia, come ci spiega mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati:

“La famiglia è il primo ambiente dove si viene educati alla giustizia e alla pace. Occorre, perciò, aiutare innanzitutto i genitori a esercitare il loro diritto-dovere primario in materia educativa. Diviene così una priorità, adoperarsi ad ogni livello per creare le condizioni migliori perché la famiglia possa adempiere il suo compito, rimuovendo gli ostacoli che vengono da condizioni di lavoro poco armonizzabili con la responsabilità familiare, da preoccupazioni per il futuro, da ritmi di vita frenetici”.

Un invito rivolto principalmente ai responsabili politici, che devono anche poter “offrire ai giovani un’immagine limpida della politica, come vero servizio per il bene di tutti”. Un’educazione che ha bisogno di testimoni credibili, e che non può prescindere dai mezzi di comunicazione di massa:

“Non esiste nella società chi ha il compito esclusivo di formare e chi ha invece quello esclusivo di informare. Già il Concilio Vaticano II metteva in guardia dal pericolo di un’informazione che non tenesse conto della legge morale dei diritti e della dignità dell’uomo”.

La formazione integrale della persona, riguarda innanzitutto la dimensione morale e spirituale dell’essere, e la prima educazione “consiste nell’imparare a riconoscere nell’uomo l’immagine del Creatore e, di conseguenza, ad avere un profondo rispetto per ogni essere umano”. La verità, quindi, come mezzo per un espressione compiuta della libertà, che non è il dominio del libero arbitrio, ma è il rapporto con gli altri, e soprattutto, con Dio. La base, quindi, della convivenza giusta e pacifica tra le persone. Una giustizia che non è una semplice convenzione umana, ma una legge morale universale; una pace che non è solo un dono di Dio, ma un’opera da costruire. Giulio Terzi di Sant’Agata, ministro degli Esteri italiano:

“La pace non è più l’assenza dello stato di guerra, ma con il mutare dei fattori di crisi si definisce oggi in senso positivo: la pace è perciò lotta alla miseria, lotta alla povertà, alla malattia, al degrado ambientale. È integrazione dello straniero, è stabilità, è sicurezza. E riprendendo le parole di Papa Paolo VI, la pace non è pacifismo, non nasconde una concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti e universali valori della vita, verità, giustizia, libertà e amore”. (bi)







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