Pakistan: i cristiani vittime di false accuse di blasfemia chiedono al governo di
abolirne la legge
Abolire o rivedere l’iniqua “legge nera”, che ha fatto oltre 1.000 vittime in venti
anni. E’ l’appello rivolto al governo del Pakistan dalle tante vittime, persone ed
intere famiglie cristiane, colpite da false accuse di blasfemia, riunite nei giorni
scorsi a Faisalabad per condividere esperienze, scambiarsi sostegno, incoraggiamento
e speranze. L’incontro - riferisce l’agenzia Fides – è stato organizzato in vista
del Natale dal Pastore protestante Samson Javaid, per pregare insieme e vivere momento
di comunione. “C'erano dolore e lacrime, perché alcuni hanno perso i loro cari. C'erano
tre famiglie felici perché i loro cari sono stati rilasciati dalla prigione. C'era
anche una famiglia il cui figlio è stato condannato due anni fa all’ergastolo”, ha
raccontato il rev. Samson. All’incontro ha partecipato anche il vescovo anglicano
mons. John Samuel. “Pregheremo, in questo tempo di Natale, - ha detto - ricordando
coloro che sono ancora dietro le sbarre a causa di false accuse di blasfemia”. La
legge sulla blasfemia, di cui molti abusano, viene utilizzata sovente – ricorda la
Fides - come strumento di vendetta personale, ed è stata motivo dell’uccisione di
leader cristiani come il ministro Shahbaz Bhatti e musulmani come il governatore del
Punjab Salman Taseer. (R.G.)