"Aggiungi un posto a tavola", l'iniziativa per Natale dell' Istituto per la salute
dei Migranti
“Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più”. L’Istituto Nazionale per la
promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie
della povertà(INMP) ha festeggiato ieri il Natale con i suoi ospiti. Al pranzo ha
partecipato anche il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, che insieme agli operatori
del centro hanno regalato ai senza dimora presenti, un sacco a pelo e un kit di primo
soccorso. Al microfono di Lev Sordi,Concetta Mirisola, direttore Generale
dell’Istituto, e Raffaella Fazio, dermatologa dell’Istituto.
D. – Direttore,
ci illustri il suo centro...
R. – E’ un istituto che si occupa di assistenza,
ricerca e formazione. A chi si rivolge? Alle persone fragili, alle persone che hanno
bisogno di aiuto e quindi agli immigranti, alle nostre popolazioni fragili nel territorio,
ai senza fissa dimora. Il nostro istituto, proprio nell’assistenza, ha qualcosa di
diverso rispetto agli altri istituti. Abbiamo i nostri mediatori culturali che conoscono
lingue diverse, culture diverse, che si avvicinano e si prendono carico della persona,
che poi viene accompagnata dai nostri medici: i nostri psicologi e i nostri antropologi.
Insieme si lavora con loro per aiutarli, non soltanto da un punto di vista sanitario,
ma per un rapporto umano, psicologico. Ricordiamoci che molte persone sono vittime
di violenza, vittime di tortura e hanno bisogno di un approccio completo a 360 gradi.
D.
– Dottoressa Fazio, quali sono le malattie della povertà?
R. – Da un
punto di vista dermatologico sono la xerosi cutanea, banalmente detta “pelle secca”,
che in realtà comporta tutta una serie di situazioni, di pruriti, di disidratazione,
di fastidi che alterano la normale vita quotidiana. In questo campo, molte malattie
sono legate a problematiche odontoiatriche, perché ovviamente la povertà porta alla
malnutrizione per una scelta differente di alimenti; sono malattie legate al freddo,
al troppo caldo d’estate e quindi patologie come l’eritema solare, le ustioni e cose
di questo tipo. Ci prendiamo cura fondamentalmente di questi aspetti e cerchiamo,
ci proviamo non dico a 360, ma a 180 gradi. (ap)