Nord Corea: apprensione nel mondo per il dopo Kim Jong-il. La riflessione di padre
Cervellera
In Corea del Nord continua l’omaggio alla salma del presidente Kim Jong-Il, in vista
dei funerali di stato in programma il prossimo 28 dicembre. La tv di stato ha mostrato
anche le immagini del successore al potere, suo figlio Kim Jong-Un. La comunità internazionale
teme l’eventuale destabilizzazione del regime comunista, dotato di armi nucleari.
Russia, Cina e Giappone hanno già cominciato a discuterne, mentre ci si interroga
anche sulla situazione sociale nel Paese. Alessandro Gisotti ne ha parlato con Padre
Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews:
R. - La situazione
è – per così dire – a due velocità: da una parte i membri del partito e i militari
e tutte persone che vivono nella capitale Pyongyang, che di fatto hanno un livello
di vita abbastanza buono ... poi, però, c’è la situazione delle persone nelle campagne
che, invece, è molto difficile.
D. – Un Paese dagli incredibili contrasti:
possiede uno degli eserciti più potenti al mondo, la gente però muore di fame …
R.
– Si, è una cosa folle! Anche perché questa carestia è dovuta certamente a fenomeni
naturali; però a tutto questo si è aggiunta una politica economica ed agricola disastrosa
per cui i raccolti sono andati distrutti. Purtroppo però nonostante questa situazione,
il governo ha continuato a mantenere alto il livello tecnico di alcune fabbriche per
costruire i suoi missili e le sue bombe nucleari.
D. – Quali notizie riescono
a trapelare riguardo la difficilissima situazione dei cristiani in Corea del Nord?
R.
- Le notizie che trapelano sono da una parte che chi ha una Bibbia, o chi prega, rischia
spesso anche la pena di morte; poi c’è un gruppo di "cristiani" e di "cattolici" che
viene presentato quando ci sono delegazioni straniere. A Pyongyang c’è anche una chiesa
dove ogni domenica si svolge un servizio liturgico: il problema è che non c’è il prete!
La diocesi di Seoul ha chiesto tante volte al governo del Nord di poter mandare un
sacerdote almeno la domenica per celebrare la Messa, ma il regime ha sempre rifiutato.
D.
– Di certo c’è che la Corea del Nord è uno dei Paesi in cui è maggiormente vessata
la libertà religiosa, e non solo dei cristiani …
R. – No, infatti, la libertà
religiosa è proprio cancellata per tutti, perché l’unico culto permesso è quello al
"padre della patria" Kim Il-sung, cui adesso si aggiungerà anche quello di Kim Jong-il.
Per quanto riguarda la Chiesa cattolica tutti i sacerdoti, i vescovi stranieri sono
stati espulsi e i sacerdoti locali e le suore sono stati tutti uccisi.
D. –
Dai vescovi sud coreani è giunto l’auspicio che questa nuova fase porti ad un cammino
di riunificazione: quale contributo può dare la Chiesa che è in Sud Corea al riguardo?
R.
– Devo dire che la Chiesa cattolica e anche i cristiani protestanti, stanno facendo
un lavoro enorme per la riunificazione, per la riconciliazione. Teniamo presente che
mentre Lee Myung-bak, il presidente sudcoreano, ha bloccato ormai gli aiuti economici,
soprattutto gli aiuti alimentari, al Nord, e li riaprirà soltanto a condizione che
il Nord blocchi il programma nucleare, la Chiesa invece ha continuato a mandare i
suoi aiuti anche contro la politica del governo del Sud. (bi)