Continuano le richieste di chiusura del sito razzista Stormfront. La lista nera riaccende
l'allarme discriminazione
Si chiuda il sito razzista: in molti chiedono che venga oscurato il sito Stormfront,
caratterizzato da commenti di stampo razzista e antisemita, e autore nei giorni scorsi
della pubblicazione di una lista di personalità italiane colpevoli di avere posizioni
antirazziste. Compaiono i nomi di magistrati, di politici, di esponenti delle comunità
ebraiche e musulmane, tra loro anche l’arcivescovo di Torino, mons. Nosiglia. La lista
nera di Stormfront ha fatto tornare l’allarme discriminazione. Quanto accaduto può
costituire un rischio?Francesca Sabatinelli lo ha chiesto a Giorgio Politi, docente
di storia moderna all’Università Ca Foscari di Venezia
R. - Ritengo
che fatti come questi non costituiscano di per sé un particolare sintomo di rischio,
anche se devono essere monitorati. Credo che più che focalizzarci su queste forme
ideologizzate di violenza, dobbiamo fare attenzione ad altri tipi di tensioni che
possono sorgere in periodi di grande trasformazione e di grande difficoltà come questo,
che non necessariamente possono prendere le forme di precise ideologie appartenenti
al passato. Ci sono forme di aggregazione e di reazione ad un disagio - soprattutto
non economico - che, per ora, hanno un andamento tranquillo e quiescente. C’è, però,
sempre il rischio che qualcuna di queste reazioni possa prendere un’altra strada ed
uscir fuori.
D. - Identificare questi fenomeni, metterli sotto la casella “neofascisti
e neonazisti” è riduttivo?
R. - Potrebbe esserlo. Non credo che rigurgiti di
tipo neofascista o neonazista abbiano alcuna possibilità, però altri pericoli potrebbero
venire da altre forme di disagio o fanatismo, che potrebbero avere volti completamente
diversi da quelli del passato.
D. - Stenderebbe questo discorso anche ai Paesi
dell’Europa del nord?
R. - Questo discorso non è specificamente italiano: riguarda
quantomeno l’Europa ed anche gli Stati Uniti d’America. La rapida trasformazione genera
inevitabilmente degli stati di disagio specifici perché viene a gravare, con un carico
eccessivo, le stesse capacità che ha la nostra mente di assorbire e di adattarsi al
nuovo.
Di allame neonazista parla invece Roberto Malini, co-presidente
di Everyone, l'organizzazione per i diritti umani che ha indivuato per prima la lista
nera di Stormfront. Lo stesso Malini compare nell'elenco dei nomi. Ascoltiamolo intervistato
da Francesca Sabatinelli