Algeria: il vescovo di Orano auspica un Natale più aperto al dialogo interreligioso
“Il vero dialogo è un’opera di Dio dinanzi alla quale dobbiamo farci piccoli e per
la quale dobbiamo pregare”: lo scrive nell’editoriale dell’ultimo numero di quest’anno
del bimestrale “Le Lien”, della diocesi di Orano, in Algeria, mons. Alphonse Georger.
Ricordando che in questi ultimi mesi si è tanto parlato di dialogo e di dialogo islamo-cristiano
in particolare, il presule auspica che questo dialogo possa continuare e spiega che
“il dialogo fra più persone consiste in una conversazione in cui si espongono delle
idee, nella quale ci si ascolta, ci si interroga per conoscersi meglio, comprendersi
meglio, talvolta anche per contraddirsi e ciò soprattutto a causa della mancanza di
conoscenza della persona, dell’altro, della sua cultura o della sua fede”. “Se non
ci si ascolta – scrive il vescovo di Orano – e ciascuno porta avanti un monologo per
esporre o imporre le proprie idee, si può parlare di dialogo tra sordi, perché non
ci si vuole arricchire della ricchezza del sapere dell’altro”. E sul tema del dialogo
il presule ricorda la figura di San Francesco che volle incontrare il sultano d’Egitto
come “inviato di Dio l’Altissimo”. “L’umile Francesco ha trovato la sua forza del
dialogo fraterno nella contemplazione del Bambino della mangiatoia di Natale – spiega
mons. Georger –. Rappresentando con veri personaggi in carne ed ossa la natività del
Principe della Pace, ha compreso e ha saputo far comprendere che in Gesù, l’Amore
di Dio, era stato rivelato fra gli uomini e per tutti gli uomini”. Il vescovo di Orano
sottolinea che “Natale è la festa dell’incontro di Dio con l’uomo, la festa del dialogo
dell’Amore” ed “è a questo stesso dialogo dell’amore incarnato che siamo chiamati
a collaborare, con ogni uomo, quale che sia. Siamo invitati a portarlo avanti con
perseveranza, umiltà e fiducia”. (T.C.)