2011-12-20 14:36:50

Nord Corea: apprensione nel mondo per il dopo Kim Jong-il. La riflessione di padre Cervellera


Attesa e preoccupazione: sono questi i sentimenti che prevalgono nella comunità internazionale dopo la morte del leader nordcoreano Kim Jong-il e la successione al potere del figlio 27enne Kim Jong-un. Tokyo e Washington hanno auspicato passi concreti per la denuclearizzazione del Paese, mentre l'Aiea ha chiesto che i propri ispettori possano tornare in Nord Corea, dalla quale erano stati espulsi nel 2009. Dal canto suo, il governo cinese ha dato il suo “placet” al nuovo leader. Oggi intanto, la televisione nord coreana ha mostrato le prime immagini della salma del dittatore esposta in una bara di vetro. Sulla situazione in Nord Corea, giudicato il Paese più isolato al mondo, Alessandro Gisotti ha intervistato il direttore di “AsiaNews”, padre Bernardo Cervellera:RealAudioMP3

R. - La situazione è – per così dire – a due velocità: da una parte i membri del partito e i militari e tutte persone che vivono nella capitale Pyongyang, che di fatto hanno un livello di vita abbastanza buono ... poi, però, c’è la situazione delle persone nelle campagne che, invece, è molto difficile.

D. – Un Paese dagli incredibili contrasti: possiede uno degli eserciti più potenti al mondo, la gente però muore di fame …

R. – Si, è una cosa folle! Anche perché questa carestia è dovuta certamente a fenomeni naturali; però a tutto questo si è aggiunta una politica economica ed agricola disastrosa per cui i raccolti sono andati distrutti. Purtroppo però nonostante questa situazione, il governo ha continuato a mantenere alto il livello tecnico di alcune fabbriche per costruire i suoi missili e le sue bombe nucleari.

D. – Quali notizie riescono a trapelare riguardo la difficilissima situazione dei cristiani in Corea del Nord?

R. - Le notizie che trapelano sono da una parte che chi ha una Bibbia, o chi prega, rischia spesso anche la pena di morte; poi c’è un gruppo di "cristiani" e di "cattolici" che viene presentato quando ci sono delegazioni straniere. A Pyongyang c’è anche una chiesa dove ogni domenica si svolge un servizio liturgico: il problema è che non c’è il prete! La diocesi di Seoul ha chiesto tante volte al governo del Nord di poter mandare un sacerdote almeno la domenica per celebrare la Messa, ma il regime ha sempre rifiutato.

D. – Di certo c’è che la Corea del Nord è uno dei Paesi in cui è maggiormente vessata la libertà religiosa, e non solo dei cristiani …

R. – No, infatti, la libertà religiosa è proprio cancellata per tutti, perché l’unico culto permesso è quello al "padre della patria" Kim Il-sung, cui adesso si aggiungerà anche quello di Kim Jong-il. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica tutti i sacerdoti, i vescovi stranieri sono stati espulsi e i sacerdoti locali e le suore sono stati tutti uccisi.

D. – Dai vescovi sud coreani è giunto l’auspicio che questa nuova fase porti ad un cammino di riunificazione: quale contributo può dare la Chiesa che è in Sud Corea al riguardo?

R. – Devo dire che la Chiesa cattolica e anche i cristiani protestanti, stanno facendo un lavoro enorme per la riunificazione, per la riconciliazione. Teniamo presente che mentre Lee Myung-bak, il presidente sudcoreano, ha bloccato ormai gli aiuti economici, soprattutto gli aiuti alimentari, al Nord, e li riaprirà soltanto a condizione che il Nord blocchi il programma nucleare, la Chiesa invece ha continuato a mandare i suoi aiuti anche contro la politica del governo del Sud. (bi)







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