Ecumenismo. Il cardinale Koch: la preghiera può far cadere i muri anche fra le Chiese
Nei giorni scorsi il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha tenuto a Roma una conferenza sugli
attuali sviluppi dell’ecumenismo. All’incontro era presente il collega Mario Galgano,
della redazione del Programma tedesco della nostra emittente, che ha chiesto al porporato
di fare il punto sulle sfide che riguardano il cammino verso l’unità:
R. – Ich
denke wir haben sehr verschiedene Veränderungen in den letzten Jahren, … Negli
ultimi anni e decenni, ci sono stati diversi cambiamenti. In molte Chiese torna una
riflessione sulla propria identità confessionale e questo può rappresentare un grande
vantaggio, perché per condurre il dialogo bisogna avere consapevolezza di un’identità
chiara. Una seconda sfida consiste nel fatto che abbiamo concetti diversi di “unità”
e questo rende difficile il compito. Un’altra sfida è che c’è una forte crescita di
movimenti pentecostali, che rappresentano una nuova realtà in tutto il mondo e costituiscono
ormai il secondo movimento, in ordine di grandezza, dopo la Chiesa cattolica. Bisognerebbe
quasi parlare di una “pentecostalizzazione” dell’ecumenismo… Un quarto cambiamento
sta nel fatto che vi sono questioni etiche controverse tra le stesse Chiese, la cosiddetta
questione antropologica: oggi ci troviamo di fronte alla sfida di dover sviluppare
un’antropologia ecumenica, una nuova dottrina dell’uomo.
D. – Il cardinale
Kasper ha detto che in questo momento possiamo fare solo passi piccoli, ma un giorno
ci stupiremo quando i muri tra le Chiese cadranno come il Muro di Berlino. Lei cosa
ne pensa?
R. – Ich kann das nicht sagen, man kann es nur hoffen, denn
niemand … Io non lo so dire; lo si può soltanto sperare. Del resto, nessuno
aveva realmente previsto la caduta del Muro di Berlino: è semplicemente accaduto o
– come onestamente bisognerebbe dire – è stato chiesto con la preghiera, si è pregato
davvero tanto… In realtà, a Berlino c’è stata una “rivoluzione delle candele”. Credo
che se approfondissimo l’ecumenismo spirituale, potrebbero accadere miracoli.
D.
– La crisi dell’euro quali riflessi può avere sull’ecumenismo? Pensa possano esserci
riflessi negativi?
R. – Das kann durchaus sein, denn gemeinsame Probleme
können auch Probleme… Questo potrebbe assolutamente accadere, perché problemi
comuni possono anche creare difficoltà comuni. Ma io la considero piuttosto una sfida
a essere uniti e a cercare vie comuni anche in ambito etico e sociale, dove proprio
con le Chiese ortodosse si registrano, in questo momento, spunti promettenti.
D.
– Il successo dell’ecumenismo può rappresentare anche un segno per gli atei, indicando
cioè quanto forte possa essere la Chiesa quando è unita, alla luce della nuova evangelizzazione?
R.
– Die Neuevangelisierung hat notwendigerweise eine ökumenische Dimension… La
nuova evangelizzazione ha necessariamente una dimensione ecumenica, e questo il Santo
Padre l’ha espresso a chiare note in occasione della fondazione del nuovo dicastero.
Io sono convinto del fatto che quanto più diamo testimonianza comune nella nostra
società, tanto più possiamo stimolare la riflessione delle persone. (gf)