Sudan: libero il missionario comboniano sequestrato venerdì scorso
È libero e sta bene padre Dominic Eibu, un missionario comboniano sequestrato venerdì
insieme con altre due persone alla periferia di Khartoum: lo dicono fonti dell'agenzia
Misna nella capitale, accreditando la pista della rapina ma riferendo anche di un
clima di insicurezza legato ai difficili rapporti tra Sudan e Sud Sudan. Padre Eibu,
originario dell’Uganda, è vice-provinciale e direttore di una sezione del College
dei comboniani a Khartoum. Il missionario sarebbe stato rapito da un commando di uomini
armati insieme con l’autista e la direttrice di una scuola cattolica con la quale
stava viaggiando in automobile verso una parrocchia di Omdurman, la città gemella
di Khartoum sull’altra sponda del Nilo. Secondo le fonti dell'agenzia Misna, gli aggressori
volevano anzitutto rubare la macchina. Ma l’episodio seguirebbe una serie di agguati
e violenze attribuite a milizie irregolari che sarebbero impegnate nell’arruolamento
di giovani sud-sudanesi per farli combattere nelle regioni alla frontiera con lo Stato
meridionale divenuto indipendente da Khartoum dopo la guerra civile (1983-2005). Dai
Monti Nuba al Nilo Blu da alcuni mesi sono ripresi gli scontri tra le Forze armate
e l’Esercito di liberazione popolare del Sudan-Nord (Spla-N), un gruppo ribelle storicamente
legato al Sud. Da alcuni giorni alcune fonti denunciano reclutamenti di giovani sud-sudanesi
anche da parte delle milizie di George Athor, un ex generale che alcune settimane
fa ha annunciato un’offensiva armata contro il governo di Juba. (R.P.)