Myanmar. Allarme del vescovo di Banmaw: “Si spara ancora, è emergenza profughi”
I soldati ci sono ancora e si continua a sparare e a uccidere; gli sfollati aumentano
e sono disperati; la pace con le minoranze etniche kachin sembra ancora lontana: è
l’allarme lanciato da mons. Raymond Sumlut Gam, vescovo di Banmaw, in un'accorata
nota inviata all’agenzia Fides, esprimendo tutta la sua preoccupazione per la popolazione
della sua diocesi, nel nord del Myanmar, da mesi teatro di scontri fra le truppe governative
e il “Kachin Independence Army”. Secondo fonti ufficiali, il 10 dicembre il presidente
Thein Sein ha ordinato all'esercito di fermare l’offensiva militare contro i Kachin.
Il vescovo ha riferito di non aver visto finora alcun cambiamento, proseguendo "pesanti
combattimenti in aree remote e di frontiera della regione di Banmaw, dove sono schierati
migliaia di soldati, mezzi blindati ed elicotteri. Molte persone di etnia kachin -
ha spiegato il presule - sono intrappolate e bloccate lungo il confine, perché sono
respinte dalla Cina. Non possono fuggire, soffrono gravemente e sono vittime della
guerra”. Mentre è stata annunciata per il prossimo gennaio la visita in Myanmar del
ministro degli Esteri inglese, William Hague, mons. Sumlut Gam lancia un accorato
appello: “Chiediamo aiuto alla comunità internazionale e ai governi stranieri perché
si fermino immediatamente i combattimenti e si possa avviare un cammino di pace e
di riconciliazione”. I primi scontri si sono registrati sei mesi fa, dopo 17 anni
di cessate il fuoco tra le due parti. All'inizio di novembre la situazione è peggiorata
a causa di una grande offensiva lanciata dalle truppe governative. Il numero degli
sfollati interni continua ad aumentare ed oggi sono 57mila. Molti cercano di passare
il confine, altri fuggono verso le città. Le condizioni dei rifugiati “sono pessime,
con assistenza umanitaria limitata” e conseguenti rischi per la sopravvivenza, riferisce
il vescovo. La Caritas di Banmaw si prende cura di circa 14 mila sfollati in diversi
campi profughi, con un grande impegno di sacerdoti, religiosi e religiose, come le
Francescane Missionarie di Maria. La diocesi conta 29 mila cattolici su una popolazione
complessiva di circa 400 mila abitanti. (R.G.)