India: l’impegno di religiosi e religiose nella lotta alla corruzione nel Paese
La trasparenza, la moralità nella vita pubblica e privata, la lotta alla corruzione
sono nel Dna dell’impegno di religiosi e di tutti i cristiani, nella società e nella
Chiesa. E' quanto emerso - riferisce l'agenzia Fides - nel corso del Seminario svoltosi
nei giorni scorsi a Jansui, nello Stato di Uttar Pradesh, nel nord dell'India, organizzato
dalla Conferenza dei Superiori maggiori dell’India. L'incontro, sul tema “La nostra
risposta alla corruzione nella società e nella Chiesa”, ha riunito oltre 60 delegati
di Istituti religiosi maschili e femminili di diverse diocesi, chiamati a studiare
il fenomeno della corruzione e a pianificare strategie per combatterla. La lotta alla
corruzione è tornata in auge nel Paese dopo la grande campagna pubblica lanciata all’inizio
del 2011 dal leader Anna Hazare, che ha coagulato la società civile indiana e portato
una proposta di legge in Parlamento, che però non è stata ancora esaminata. “Quello
che serve è il coraggio di parlare e di prendere posizione nella vita reale” ha rimarcato
nel suo intervento suor Deepa, della Congregazione di Gesù, descrivendo le dimensioni
della corruzione in India. “Anche noi siamo vittime di questo grande male”, ha spiegato
la religiosa. “Abbiamo bisogno di essere liberati da questo male, per svolgere un
ruolo profetico nella società” ha aggiunto, segnalando che “ci sono membri del personale
ecclesiale che sono corrotti", per cui "urge - ha ammonito - sradicare questa minaccia
dalla nostra stessa comunità”. Notando che spesso anche i religiosi “non hanno il
coraggio di denunciare pratiche corrotte, diventandone, in tal modo, complici”, i
partecipanti al Seminario hanno elaborato una lista di “azioni comuni”, necessarie
per sradicare la corruzione. Si è deciso di lavorare su due livelli: sensibilizzazione
ed educazione. Il primo impegno è promuovere una “consapevolezza condivisa” tra i
membri delle comunità di provenienza, da portare poi nelle scuole, nelle parrocchie,
nelle associazioni giovanili, attraverso dibattiti e assemblee. (R.G.)