Il presidente Napolitano ad Assisi per assistere al concerto di Natale
“Il voto di fiducia incassato venerdì dal governo è certamente un passo importante.
Il Parlamento ha dato una grande prova”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, ieri mattina, nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi per
assistere al concerto di Natale in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. “E’
sempre emozionante tornare ad Assisi”, ha detto. Prima di far ritorno a Roma il Capo
dello Stato ha visitato la tomba del Patrono d’Italia, quindi il pranzo con i frati
del Sacro Convento. “Gioia” per la visita di Napolitano dalla comunità francescana.
Al microfono di Paolo Ondarza, padre Giuseppe Piemontese, custode del
Sacro Convento:
R. - Le due
cose che, in un primo momento, il presidente ha voluto fare sono state la visita alla
Tomba di San Francesco e l’intervento al Concerto di Natale. Non siamo stati noi ad
accompagnarlo alla Tomba di San Francesco, ma si è trattato di una richiesta che ha
fatto espressamente lui.
D. - L’attenzione alla figura del poverello
da parte del presidente della Repubblica ribadisce la centralità di San Francesco
quale riferimento per la storia del Paese. Oggi il presidente ha ammirato il Cantico
delle Creature di San Francesco del XIII secolo, uno tra i primi componimenti poetici
in lingua italiana…
R. - Abbiamo fatto trovare al presidente il Codice
338 che riporta gli scritti di San Francesco e in modo particolare il Cantico delle
Creature: volevamo, appunto, evidenziare il fatto che la cultura italiana, la lingua
italiana, i valori del popolo italiano hanno avuto in San Francesco uno dei padri
fondatori. Questo il presidente lo sa. Gli abbiamo anche donato una copia anastatica
di questo Codice 338. San Francesco è uno dei Padri della nazione italiana e le basiliche
papali di Assisi sono uno dei luoghi della nazioni per l’architettura, per i maestri
che l’hanno costruita, per i pittori che l’hanno affrescata, per i temi che sono trattati.
D.
- Il presidente si è poi fermato a pranzo con voi e per l’occasione gli avete offerto
una torta con il tricolore. Che cosa ha detto alla vostra comunità in questo momento
conviviale?
R. - Non ha fatto discorsi particolari. Noi abbiamo saputo
soltanto ieri che si sarebbe fermato a pranzo, ma la sua presenza era visibilmente
compiaciuta e contenta di essere in mezzo a noi. Ci ha fatto capire che ha apprezzato
questo momento di familiarità.
D. - Padre Piemontese, alla luce di questa
visita, quale augurio si può fare all’Italia in questo delicatissimo momento storico?
R.
- Auguriamo che, al di là delle nebbie di questi giorni, possa intravedersi veramente
la luce: una luce che ci viene suggerita, proposta ed offerta da San Francesco, dal
suo amore per il Signore, dal suo amore per tutte le creature. Forse se ci poniamo
in questa prospettiva, saremo capaci di sostenerci gli uni gli altri, in una solidarietà
che preluda a tempi migliori. (mg)