Messico: vescovi soddisfatti della nuova norma che amplia il diritto alla libertà
religiosa
Tra giovedì e venerdì scorsi, la Camera dei deputati del Messico ha compiuto un nuovo
passo avanti nel lungo processo destinato a perfezionare la legislazione sulla libertà
religiosa a livello costituzionale, ma anche nell'ambito delle leggi e dei regolamenti.
I deputati – con 199 voti a favore, 58 contro e 4 astensioni – hanno approvato una
modifica dell'articolo 24 della Carta costituzionale che riguarda specificamente la
professione della propria fede religiosa in pubblico e in privato. Una nota dell'episcopato
saluta questa riforma, che fra qualche giorno dovrà essere ratificata dal Senato federale,
poiché "amplia il diritto che hanno le persone per esercitare liberamente la propria
religione, oppure per non professarne nessuna, se così desiderano”. “Questo diritto
alla libertà religiosa, aggiunge il comunicato, è parte della Dichiarazione Universale
dei diritti umani nonché della Dichiarazione Interamericana dei diritti umani". Per
i presuli messicani l'adattamento del testo costituzionale a questo diritto universale
è al tempo stesso coerente con l'articolo numero 1 della medesima Costituzione e dunque
adempie a un'esigenza molto sentita. "Il nostro Paese – prosegue il comunicato – tramite
i suoi legislatori ha compiuto un passo importante nel riconoscimento e rispetto di
un diritto fondamentale innato in ogni persona". Si tratta dunque “di un passo avanti
anche nel progresso della vita democratica”, cosa che rafforza "il rispetto del pluralismo
e del pensiero di tutti", conclude il comunicato che firma mons. Víctor René Rodríguez
Gómez, vescovo ausiliare di Texcoco e segretario generale della Conferenza episcopale.
(A cura di Luis Badilla)