2011-12-17 08:00:44

Italia: passa la manovra alla Camera. Il testo ora al Senato


Italia. L’aula della Camera ha approvato ieri sera la manovra correttiva dei conti pubblici, sulla quale in mattinata il governo aveva ottenuto la fiducia. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato, che darà il via libera definitivo entro Natale. L’Italia si salverà, ma il rischio è ancora massimo, ha detto nel suo intervento in aula il premier Monti. Il servizio di Giampiero Guadagni: RealAudioMP3

Previsto per il 2012 un calo del Pil dell’1,6% e una perdita stimata di circa 800.000 posti. Per un’analisi di questo scenario Michele Raviart ha intervistato Stefano Zamagni, docente di Economia all’Università di Bologna:RealAudioMP3

R. – E’ evidente che questa crisi e i provvedimenti che, a livello europeo, sono stati presi hanno natura recessiva. Dunque non c’è nulla di che meravigliarsi, perché la stessa cosa vale per la Francia, anche per la stessa Germania, per la quale – appunto – si prevede un aumento della disoccupazione. E’ chiaro che, di fronte ad una crisi, ci sono due vincoli da rispettare: il vincolo della stabilità finanziaria e, dall’altro, l’esigenza di far ripartire la macchina produttiva. Allora, la domanda diventa: è possibile far ripartire la macchina produttiva, rispettando i cosiddetti “saldi finanziari”? La mia risposta è: parzialmente, sì.

D. – Attraverso quali strumenti?

R. – Dando la forza necessaria a quei soggetti di società civile che si impegnano sul fronte produttivo e che sono le imprese sociali, le cooperative sociali, alcuni tipi di fondazioni … quel mondo, cioè, che noi chiamiamo di terzo settore. Una cooperativa sociale è un’impresa che produce valore aggiunto creando posti di lavoro. Allora, in una situazione come l’attuale, perché non liberare i lacci e i lacciuoli a queste forme di impresa non capitalistica, che quindi non sono sottoposte alla competizione globale, ma che però creano, al tempo stesso, posti di lavoro? Questo, anche, è l’insegnamento che ci viene dalla dottrina sociale della Chiesa!

D. – Lo stesso Monti ha affermato che nella manovra, il rigore ha superato l’equità e la crescita, anche se sono stati presi provvedimenti in questo senso. Sono sufficienti, questi, per far ripartire il Paese?

R. – No. Non sono sufficienti. Però, io capisco che ci possa essere un senso e quindi sono speranzoso. Io, però, torno a ribadire l’impianto teoretico che secondo me va cambiato, perché quello che adesso sta avvenendo è che la gente sta di nuovo perdendo quella fiducia che era stata alimentata un mese fa. E questo è brutto, perché la gente in queste circostanze rischia di diventare cinica. Basta ricordarsi di San’Agostino, quando ai suoi discepoli che si lamentavano per la durezza dei tempi, lui rispondeva, redarguendoli: “Cambiate voi i tempi!”. Ed è possibile, cambiare i tempi: cioè a dire, cambiare il modello di sviluppo.

D. – Qualora fossero confermate queste previsioni, come si inquadrano questi dati nel contesto europeo?
R. – Gli stessi dati, più o meno, riguardano anche gli altri Paesi, Inghilterra compresa. Ed allora è chiaro che se la recessione diventa un fatto europeo e non soltanto locale, la questione diventa seria. Ancora una volta, noi guardiamo gli americani: gli americani adesso stanno riprendendo! Perché gli americani, contrariamente a quanto molti pensano, predicano il neo-liberismo ma loro non l’hanno mai praticato, il neo-liberismo! Hanno attuato la politica di facilitare alle banche la possibilità di concedere prestiti alle imprese: noi, in Europa, abbiamo fatto esattamente il contrario. Ora è ovvio che le imprese, se non hanno il credito, devono chiudere o rallentare! (gf)








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