Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa quarta Domenica di Avvento, la Liturgia ci propone il racconto dell’Annunciazione.
L’angelo Gabriele annuncia a Maria che concepirà Gesù, il Figlio di Dio. Al turbamento
della promessa sposa di Giuseppe, l’angelo risponde: “nulla è impossibile a Dio”.
Maria allora dice:
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la
tua parola”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del
padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia
Università Gregoriana:
Siamo ormai
vicini al grande evento del Natale del Signore, e la scena dell’Annunciazione è icona
fissa per la nostra contemplazione in Avvento. A Maria Dio chiede, attraverso l’angelo
Gabriele, la collaborazione per far nascere la vita che cambierà il mondo. La ragazza
di Nazaret era già fidanzata di Giuseppe, ma non si era ancora completato il percorso
di fidanzamento con il trasferimento definitivo della fidanzata in casa dello sposo.
È proprio qui che Dio si intromette: chiede che i sogni di intimità e di fecondità
dei due fidanzati acquistino dimensioni nuove, divine: dare a Dio una dimora umana,
carne e grembo, vita e calore familiare. Qualcosa che sconvolge chiunque: Dio così
vicino, così fragile, così carne della nostra carne. Per farglielo capire meglio,
l’arcangelo Gabriele cita alcune profezie antiche, che certamente Maria conosceva
bene. L’eco dei sogni profetici poteva in qualche modo far capire cosa stava succedendo:
“sarà chiamato Figlio dell’Altissimo…, l’ombra dello Spirito ti coprirà…, il trono
di Davide…, nulla è impossibile a Dio...”. Parole che solo un cuore abituato ad ascoltare
le Scritture poteva capire fino in fondo, o almeno intuire cosa poteva intendere Dio.
E Maria risponde con totale disponibilità, accetta un’avventura piena di incognite.
Il figlio che nasce è figlio suo a tutti gli effetti, ma appartiene a Dio, è della
stessa sostanza del Padre. Un mistero da adorare.