Il cardinale Bagnasco: la Chiesa paga l'Ici, polemiche senza fondamento
Sono polemiche senza fondamento quelle che riguardano l’Ici pagata dalle strutture
ecclesiastiche. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza
episcopale italiana, a margine di un convegno di Retinopera stamattina a Roma. Il
cardinale si è poi detto disponibile a eventuali chiarimenti sulla legge in questione.
Alessandro Guarasci:
Torna il
tema delle esenzioni Ici per gli immobili della Chiesa che svolgono attività caritative
o di culto. Il cardinale Angelo Bagnasco fa notare come da mesi
venga dimostrato quanto invece la Chiesa paghi per quei siti che hanno scopi commerciali.
Dunque nessuna violazione della legge.
“Io spero che questa trasparenza
di dati possa spegnere ogni polemica, perché non ha fondamento”.
Laddove
comunque ci fosse bisogno di precisazioni in merito alla legge, la Chiesa è assolutamente
disponibile al dialogo. E anche sull’8 per mille, nessun mistero. Il cardinale Bagnasco
rimarca che lo stipendio di vescovi e sacerdoti, per quanto modesto, basta alle esigenze
di tutti i giorni.
“Per noi sono più che sufficienti: sono sufficienti
e ringraziamo il Signore di poterli avere. Certamente, non esiste la “cresta dei vescovi”,
come ho accennato, perché tutto il resto dell’8 per mille che non va per il sostentamento
del clero va – appunto – per la carità in Italia, nelle diocesi, all’estero, nelle
mense, nelle opere di assistenza, di solidarietà che la Chiesa compie da sempre”.
Dal
palco del convegno, il cardinale torna sull’impegno dei cattolici nella società. Retinopera
è un insieme di soggetti e movimenti d’ispirazione cristiana che portano il Vangelo
nella vita di tutti i giorni. Per il presidente della Cei “è insufficiente
e riduttivo pensare che l’impegno sociale dei cattolici possa limitarsi a una semplice
trasformazione delle strutture”.
“Ci auguriamo che cresca e maturi un
soggetto interiormente coeso e diffuso, e come fermento capillare stimoli ad una formazione
dottrinale sempre più documentata e al contempo provochi alla lettura cristiana della
realtà”.
"No" poi a mediazioni politiche sui principi non negoziabili.
Questo perché “la vita umana dal suo primo istante alla morte, la libertà di crescere
e maturare, il matrimonio tra l'uomo e la donna sono beni fondamentali e fondativi”.