India: convegno di teologia ecumenica per il superamento delle discriminazioni religiose
Unità della Chiesa in India, maggiore integrazione della comunità fuori casta dei
dalit e il proseguo della riflessione su una testimonianza ecumenica per il superamento
di ogni forma di discriminazione. Sono questi i principali temi trattati nel convegno
ecumenico che si chiude oggi a Kolkata, in India. L’incontro “New theologies for a
new Church, for a new world” (Nuove teologie per una nuova Chiesa, per un nuovo mondo)
è stato promosso dal World Council of Churches (Wcc) in collaborazione con il National
Council of Churches in India (Ncci), il Serampore College e il Bishop’s College. Al
convegno di Kolkata hanno partecipato teologi e delegati di Chiese e comunità ecclesiali.
Significativa la presenza di quelli più direttamente coinvolti nei progetti per favorire
l’integrazione dei dalit nelle comunità cristiane e nella società indiana. Infatti,
la Costituzione indiana concede diritti e benefici speciali, per i fuori casta, solo
ad indù, buddisti e sikh, escludendo così cristiani, musulmani e seguaci di altre
religioni. L’esperienza dei dalit è importante per capire il cammino fatto da molti
cristiani nel mondo per superare ogni forma di discriminazione che limita la libertà
religiosa. Secondo gli esperti, il convegno è anche un’occasione per riconoscere il
ruolo della Chiesa in India nel processo di emancipazione dei dalit: la loro conversione
al cristianesimo ha modificato la composizione della Chiesa in India che è passata
da essere una comunità urbana, colta, ricca a una comunità rurale e povera. Inoltre,
l’esperienza dei dalit è indicativa per il dialogo ecumenico. Il seminario - hanno
spiegato gli organizzatori - si propone “di sviluppare una pratica, dei processi e
una collaborazione interattiva per concepire nuove visioni della Chiesa, della società
e del movimento ecumenico”. La storia e l’esperienza di queste comunità possono aiutare
il movimento ecumenico mondiale a capire quali devono essere i punti essenziali nella
formulazione di una teologia in grado di superare le divisioni che ancora impediscono
ai cristiani di vivere il mistero della comunione. (G.C.)