Giornata di lutto a Firenze per l'agguato razzista costato la vita a due senegalesi
La città di Firenze ha espresso, ieri, la propria costernazione per quanto accaduto
martedì scorso, quando un militante di estrema destra, Luca Casseri ha ucciso due
venditori ambulanti senegalesi, Diop Mor e Samb Modou, per poi togliersi la vita.
Vendendo occhiali, racimolavano circa 500 euro al mese. Il loro sogno era di tornare
in Senegal per garantire una vita dignitosa ai figli. Altri tre senegalesi sono rimasti
feriti. Le loro condizioni sono gravi ma non sono in pericolo di vita. Servizio di
Amedeo Lomonaco ed interviste di Federico Piana:
(Note di
Inni di Italia e Senegal)
L’inno di Mameli e quello del Senegal hanno
scandito ieri la giornata di una città, Firenze, profondamente offesa e ferita dall’azione
compiuta da un uomo spinto dall’odio razziale. Un gesto assurdo e sconsiderato, come
sottolinea l'imam di Firenze, Izzedine Elzir:
“Certamente
è una follia, è un gesto disumano e questo purtroppo anche per una campagna di odio
di una parte della politica italiana, ormai da una decina di anni. Ci sono partiti
che hanno fatto del loro programma il richiamo all’odio dell’altro: in questo caso
l’altro era il nero senegalese… Questo ci pone tutti di fronte ad una responsabilità,
come uomini religiosi, come cittadini, come coloro che lavorano nei mass-media. Ricordiamo
che la prima notizia uscita è stata quella di un regolamento di conti”.
Ricordando
che in Italia gli immigrati sono oltre 5 milioni, mons. Giancarlo Perego,
direttore della Fondazione Migrantes, sottolinea l’urgenza di arginare sentimenti
contrari alla costruzione di una società multietnica:
“Effettivamente
occorre vigilare molto sul piano culturale, sul piano dell’informazione, sul piano
anche della proposta politica affinché ci sia attenzione ad un Paese che ha 5 milioni
di immigrati. Uno Stato che sta costruendo la propria identità partendo anche da una
diversità. E che deve, quindi, curare molto gli atteggiamenti ed i gesti che nascono
dalla paura e dalla discriminazione, affinché siano isolati da subito e non alimentati”.
Oltre
200 senegalesi hanno pregato ieri sera per le vittime, insieme con l’imam di Firenze,
in piazza Duomo. La rabbia ha fatto spazio al dolore e al silenzio. I negozi di tutta
la città si sono fermati per dieci minuti e sempre ieri, dipendenti comunali, assessori
e consiglieri hanno partecipato con il sindaco, Matteo Renzi,
ad una breve cerimonia nel Cortile della Dogana di Palazzo Vecchio. La priorità, come
ricorda il primo cittadino fiorentino, è culturale:
“C’è una priorità
culturale, che è paradossalmente più urgente e grave della priorità economica: è quella
di tornare ad alcuni valori di fondo che animino le nostre città e più in generale
il nostro Paese. Domandarsi come questo sia stato possibile è un compito degli inquirenti,
così come verificare tutto ciò che ha a che fare con il corposo materiale informatico,
di internet e dintorni, che fa riferimento a quel mondo che oggi esalta il killer
come un eroe bianco”.
Alla cerimonia nel Cortile di Palazzo Vecchio
era presente anche il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione Andrea Riccardi,
fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e una vasta rappresentanza della comunità
senegalese di Firenze. L’auspicio, condiviso da tutti, è che fatti del genere, intrisi
di intolleranza e di xenofobia, non accadano mai più.