Sparatoria di Liegi. Il dolore di mons. Jousten: sconvolti di fronte alla violenza
umana
E' salito a 5 morti e 123 feriti – alcuni dei quali in gravi condizioni – il bilancio
della sparatoria avvenuta ieri a Liegi, in Belgio, ad opera di un uomo che poi si
è suicidato. Unanime il cordoglio delle autorità. La città a mezzogiorno ha osservato
un minuto di silenzio. Profondamente addolorato il vescovo di Liegi, mons. Aloysius
Jousten. La nostra collega della sezione francese, Marie Duhamel, lo ha intervistato:
R. - On est
évidemment toujours abasaourdi... Naturalmente, si rimane sempre sconvolti
di fronte alla violenza umana: come è possibile, ci si chiede, che un uomo sia capace
di fare tutto questo male, di seminare tanta disperazione e tanta sofferenza, di essere
un seminatore di morte proprio quando la festa del Natale ci fa scoprire un Dio che
vuole la vita per tutti gli uomini…
D. – Che messaggio indirizzare alle
famiglie delle vittime e ai feriti?
R. – Je voudrais tout simplement
leur dire... Vorrei semplicemente dire loro qualche parola, anche se credo
che le parole non possano esprimere ciò che le famiglie si aspettano da noi. Vorrei
semplicemente dire loro, se posso, tutto il mio sostegno morale assieme al conforto
della preghiera. Essere accanto a loro, pregare per loro e dire loro che credo in
un Dio che ci ama, nella vita e nella morte, che c’è, oltre la morte, e che anche
nella sofferenza è con noi. Spero che attraverso queste parole cristiane le persone
toccate dal dramma sentano che c’è soprattutto una vicinanza umana e che, quanto più
siamo cristiani, tanto più siamo anche umani. (bf)