2011-12-14 14:51:38

Senegalesi uccisi a Firenze. Mons. Betori: tragedia immane, vicini a chi soffre


E' lutto cittadino a Firenze per la strage in piazza Dalmazia. Ieri Luca Casseri, militante di estrema destra, prima di togliersi la vita ha ucciso due venditori ambulanti senegalesi e ne ha feriti tre. L’arcivescovo della città mons. Betori ha parlato di “profondo dolore e severa riprovazione per quanto accaduto”. Netta la condanna del gesto criminale da parte del presidente della Repubblica, Napolitano, e del sindaco di Firenze, Renzi, i quali ribadiscono il “no” ad ogni forma di violenza ed intolleranza. Massimiliano Menichetti ha intervistato l’arcivescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori.RealAudioMP3

R. – La nostra posizione è innanzitutto vicino a chi soffre: questo ci insegna Gesù e questo dobbiamo fare in ogni occasione, anche in questa. Come comunità cattolica di Firenze dobbiamo sentirci vicini alle vittime e affidarle alla misericordia del Signore; essere vicini alle loro famiglie che sono nella sofferenza e a tutta la comunità senegalese di Firenze, che è profondamente ferita da questa tragedia immane che ha attraversato la loro esistenza, un’esistenza peraltro sempre pacifica nella nostra città e quindi ben accolta anche tra noi.

D. – Proprio guardando alle possibili conseguenze lei ribadisce anche che ogni manifestazione di odio deve essere ricacciata dalla coscienza di tutti, dei fiorentini …

R. – Direi che nella coscienza storica di Firenze i principi dell’accoglienza e del dialogo sono tra il patrimonio più evidente di questa città e quindi non possono essere in nessun caso offuscati da questa follia che ieri ha pervaso i quartieri della città. Ma direi che, soprattutto, questo deve essere un momento per una pulizia delle menti e dei cuori dei nostri cittadini perché tutti possano sentirsi fratelli. Credo che questo principio che ogni vita vada salvaguardata e rispettata nella sua dignità e che tutti gli uomini sono fratelli ci appartenga come credenti ma anche come fiorentini e non possiamo rinunciarci in nessun modo.

D. – Da più parti viene ribadito che questo episodio, seppure con una matrice razzista, è un episodio singolo. Lei ha sottolineato anche questo aspetto: cioè, che sia allontanato lo spettro del razzismo e dell’odio etnico …

R. – Lascio il problema della radice dell’episodio alle indagini che le autorità preposte dovranno fare. Devo però dire che nella coscienza comunitaria della città di Firenze razzismo e xenofobia non allignano e quindi vanno in ogni caso ricacciate; e guai se si lascia uno spazio da cui può entrare una riflessione che può indulgere verso questi atteggiamenti, che vanno in ogni caso condannati.

D. – Lei ha sottolineato con parole molto decise sia il suo profondo dolore ma anche una riprovazione, una condanna per quanto accaduto a Firenze …

R. – Non possiamo lasciar spazio a nessuna giustificazione. Tutto va ricacciato nella totalità della manifestazione che si è compiuta tra di noi. E quindi, con questo gesto di razzismo e di odio, come sembra nella sua natura più profonda, la città di Firenze non deve avere nulla a che spartire. (bf)

Il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi, parteciperà questo pomeriggio alle 17, insieme al sindaco Matteo Renzi, all'incontro con la comunità senegalese a Palazzo Vecchio, sede del Comune. Per sabato prossimo è stata indetta una manifestazione in memoria delle vittime e per esprimere solidarietà nei confronti dei tre feriti. Al microfono di Massimiliano Menichetti, il direttore di Radio Firenze e Radio Toscana, Enrico Viviano:RealAudioMP3

R. – La città è sbigottita e sta cercando di capire cosa vuol dire questo segnale. C’è anche tanta voglia di solidarietà. Vedremo cosa in realtà sarà in grado di fare. E da questo punto di vista è interessante che anche le autorità abbiano deciso comunque di riprendere questo dialogo con la comunità senegalese, di portare questa sera al centro della città, in Palazzo Vecchio, la discussione e la riflessione – come ha detto il Sindaco - degli uomini di buona volontà.

D – Direttore, Firenze è una città razzista?

R. – Firenze è una città ormai multietnica. Firenze è una città che solo dal punto di vista delle diocesi vanta circa 17 comunità etniche, e non solo etniche, che hanno in alcune parrocchie il loro riferimento e, quindi, è una città che la stessa Chiesa fiorentina sta vivendo in termini di aiuto alla stessa pastorale specifica per queste realtà. Quindi, è una città che comunque ha tutte quelle dinamiche di multiculturalità che sono tipiche di una città internazionale. Non direi che la città è razzista: questa è una città che comunque ha fatto del dialogo un punto di riferimento in tutto il mondo. Certamente Firenze non è estranea al contesto internazionale, ma nemmeno al contesto della caduta di certi cosiddetti valori. C’è da capire se questo è semplicemente la punta di un iceberg di un razzismo che cova sotto sotto, oppure un gesto isolato di un folle.

D. – La comunità senegalese come sta vivendo in queste ore questa tragedia?

R. – Stasera c’è questo incontro a Palazzo Vecchio ed è stata indetta una grande manifestazione per sabato. I senegalesi nel territorio sono diverse migliaia - quasi 10 mila persone – e quindi c’è da capire quale anima andrà avanti. La comunità senegalese, da tanto tempo presente a Firenze, è forse tra le più integrate, perché comunque non è mai stata coinvolta in episodi malavitosi di grande spessore – sto pensando ad esempio al discorso della droga – come invece coinvolge altri tipi di comunità. Poco tempo fa – pensate – per la raccolta del Banco Alimentare, uno di questi ragazzi ha smesso di vendere le proprie cose ed è stato tutto un pomeriggio a fare la colletta per il Banco. Quindi, esiste un’integrazione. Ora, c’è da capire, come sempre accade quando ci sono queste grandi manifestazioni, quale anima prevarrà. (ap)







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