Secondo turno delle legislative in Egitto: intervista ad Ahmed Maher, protagonista
del movimento di piazza Tahrir
In Egitto si sono aperte oggi le urne per il secondo turno delle elezioni legislative.
Nella prima tornata elettorale, il 28 novembre, si è registrata una prevalenza dei
partiti legati ai "Fratelli Musulmani" e ai gruppi salafiti. Su questo risultato,
e le prospettive future del Paese, Davide Maggiore ha sentito il parere di
Ahmed Maher, co-fondatore del “Movimento 6 aprile”, tra i protagonisti delle
manifestazioni di piazza Tahrir:
R. – It was
not a surprise for us because... Non è stata una sorpresa per noi, perché
i gruppi islamici sono ben organizzati e i "Fratelli Musulmani" hanno un’organizzazione
di più di 80 anni. Quindi, non è una sorpresa, ma ci aspettiamo che nella seconda
e terza fase le cose cambieranno. Pensiamo che la maggioranza - nella seconda e terza
fase - andrà ai gruppi laici e ai partiti politici laici.
D. – Le elezioni
parlamentari, comunque, sono solo un primo passo, seguiranno le elezioni presidenziali
e una volta instaurata una democrazia deve anche funzionare. Come e quando potremo
dire che l’Egitto avrà vinto questa sfida?
R. – I think that after a
revolution it will take a time ... Penso che ci voglia tempo dopo una rivoluzione
– quattro, cinque, sei anni – per arrivare ad un momento di stabilità. Il prossimo
presidente si troverà ad affrontare molti dibattiti, molte crisi, dovrà risolvere
molti problemi: problemi economici, sociali. Questo Parlamento, questo governo e questo
presidente vivranno un periodo di transizione. Quindi, ora non c’è stabilità.
D.
– I gruppi della società civile hanno giocato un ruolo molto importante nella caduta
di Mubarak. Che ruolo avranno una volta che sarà instaurato il nuovo Stato di diritto?
R.
– Before the 21st of January, ... Prima del 21 gennaio, prima dell’inizio
della rivoluzione, c’erano movimenti di protesta e di resistenza contro il regime
di Mubarak e noi dovevamo affrontare la violenza nei nostri confronti. Ora il nostro
ruolo è quello di un gruppo di pressione che cerca di stabilire nuove norme, una nuova
mentalità e che cerca di mettere pressione all’attuale governo e al Consiglio supremo.
Noi cercheremo di mettere pressione finché non si arriverà ad una stabilità, ad un
nuovo regime e ad una nuova legislazione in Egitto.
D. – Una delle
questioni principali sarà quella delle minoranze religiose nel Paese, specialmente
dei cristiani...
R. – Egypt has a great history… L’Egitto
ha una grande storia per quanto riguarda l’uguaglianza e i diritti di cittadinanza,
ma abbiamo affrontato molti problemi pochi anni fa, a causa del comportamento del
passato regime, e ci sono anche oggi molti problemi all’interno della società, che
comunque risolveremo. Forse questi gruppi radicali cercano di causare problemi, ma
la maggioranza degli egiziani vuole vivere in pace, vuole avere una vera collaborazione:
tutti dimenticano il loro background - i cristiani e i musulmani - e si sentono fratelli
nello stesso Paese. Quindi, penso che questa sia la nostra storia e sia il nostro
futuro. (ap)