2011-12-14 14:54:17

Secondo turno delle legislative in Egitto: intervista ad Ahmed Maher, protagonista del movimento di piazza Tahrir


In Egitto si sono aperte oggi le urne per il secondo turno delle elezioni legislative. Nella prima tornata elettorale, il 28 novembre, si è registrata una prevalenza dei partiti legati ai "Fratelli Musulmani" e ai gruppi salafiti. Su questo risultato, e le prospettive future del Paese, Davide Maggiore ha sentito il parere di Ahmed Maher, co-fondatore del “Movimento 6 aprile”, tra i protagonisti delle manifestazioni di piazza Tahrir:RealAudioMP3

R. – It was not a surprise for us because...
Non è stata una sorpresa per noi, perché i gruppi islamici sono ben organizzati e i "Fratelli Musulmani" hanno un’organizzazione di più di 80 anni. Quindi, non è una sorpresa, ma ci aspettiamo che nella seconda e terza fase le cose cambieranno. Pensiamo che la maggioranza - nella seconda e terza fase - andrà ai gruppi laici e ai partiti politici laici.

D. – Le elezioni parlamentari, comunque, sono solo un primo passo, seguiranno le elezioni presidenziali e una volta instaurata una democrazia deve anche funzionare. Come e quando potremo dire che l’Egitto avrà vinto questa sfida?

R. – I think that after a revolution it will take a time ...
Penso che ci voglia tempo dopo una rivoluzione – quattro, cinque, sei anni – per arrivare ad un momento di stabilità. Il prossimo presidente si troverà ad affrontare molti dibattiti, molte crisi, dovrà risolvere molti problemi: problemi economici, sociali. Questo Parlamento, questo governo e questo presidente vivranno un periodo di transizione. Quindi, ora non c’è stabilità.

D. – I gruppi della società civile hanno giocato un ruolo molto importante nella caduta di Mubarak. Che ruolo avranno una volta che sarà instaurato il nuovo Stato di diritto?

R. – Before the 21st of January, ...
Prima del 21 gennaio, prima dell’inizio della rivoluzione, c’erano movimenti di protesta e di resistenza contro il regime di Mubarak e noi dovevamo affrontare la violenza nei nostri confronti. Ora il nostro ruolo è quello di un gruppo di pressione che cerca di stabilire nuove norme, una nuova mentalità e che cerca di mettere pressione all’attuale governo e al Consiglio supremo. Noi cercheremo di mettere pressione finché non si arriverà ad una stabilità, ad un nuovo regime e ad una nuova legislazione in Egitto.

D. – Una delle questioni principali sarà quella delle minoranze religiose nel Paese, specialmente dei cristiani...

R. – Egypt has a great history…
L’Egitto ha una grande storia per quanto riguarda l’uguaglianza e i diritti di cittadinanza, ma abbiamo affrontato molti problemi pochi anni fa, a causa del comportamento del passato regime, e ci sono anche oggi molti problemi all’interno della società, che comunque risolveremo. Forse questi gruppi radicali cercano di causare problemi, ma la maggioranza degli egiziani vuole vivere in pace, vuole avere una vera collaborazione: tutti dimenticano il loro background - i cristiani e i musulmani - e si sentono fratelli nello stesso Paese. Quindi, penso che questa sia la nostra storia e sia il nostro futuro. (ap)







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