Andrea Olivero, presidente nazionale Acli Sicuramente
la manovra del governo è un poco più equa, mettiamola in questi termini. Ci sono elementi
- la rivalutazione delle pensioni fino al triplo della minima e l’Ici con un’attenzione
alle famiglie con figli - che ci dicono che qualcosa è stato fatto ... però è ancora
poco rispetto all’attesa di chi voleva vedere totalmente esentati dai nuovi sacrifici
coloro che già troppo stanno pagando la crisi economica. Innanzitutto bisognava ripartire
in maniera diversa il peso, andando a far sì che fossero quanti hanno più risorse
economiche patrimoniali a contribuire al risanamento del Paese. In un momento di emergenza
è necessario che siano soprattutto i ricchi, quanti hanno più risorse, a dare il loro
contributo; così non è stato fatto ancora in maniera sufficiente. In questa maniera
si poteva, probabilmente, andare ad escludere fino in fondo i ceti popolari dal pagare
ulteriormente ... ceti popolari fortemente impoveriti negli ultimi anni. Noi
osserviamo ancora una volta che il mondo politico da solo non arriva ad autoriformarsi
e che non coglie l’urgenza del momento. Forse sottovalutano quell’astio, quel malcontento
sordo che sta crescendo all’interno del nostro Paese e che è pessimo da ogni punto
di vista: porta sfiducia e porta anche a un disimpegno. Noi siamo convinti che sia
necessario anche partire da gesti simbolici. La riduzione degli stipendi e delle pensioni
dei parlamentari non è decisiva per i conti dello Stato però è decisiva per far sì
che tutti si sentano corresponsabili e non soltanto tartassati.