2011-12-14 15:14:55

L'Ue pressa la Russia sulla regolarità delle elezioni vinte da Putin e Medvedev


Faccia a faccia informale, oggi pomeriggio a Bruxelles, tra il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy e il leader russo Medvedev. Si tratta di un primo incontro in vista del vertice di domani, dove certamente l’Ue solleverà la questione della regolarità delle recenti elezioni russe, vinte dal partito di maggioranza e fortemente contestate dalla piazza. Ma che voce può avere l’Unione europea su questo tema? Giada Aquilino lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana ed esperto di questioni russe:RealAudioMP3

R. - Io temo che abbia poca voce in capitolo come tutti – come gli Stati Uniti, come chiunque altro – perché i rapporti internazionali sono molto complessi, in questo momento, e sono dettati soprattutto dagli interessi. In questi anni, la Russia di Putin è riuscita quasi completamente nel suo piano di diventare un perno fondamentale, irrinunciabile dei rifornimenti energetici tra est ed ovest. La recente acquisizione dei gasdotti in Bielorussia, la “normalizzazione” dell’Ucraina, sono tutti dei tasselli che hanno fatto della Russia un fornitore indispensabile per l’Europa. Credo che queste considerazioni prevarranno su tutte le altre.

D. - Quale può essere allora il ruolo della Casa Bianca?

R. - Può essere quello di polemizzare con la Russia; ma è poco credibile agli occhi dell’opinione pubblica russa, che l’ha vista animare con grande partecipazione, per esempio, la rivoluzione arancione in Ucraina e tutti i movimenti che avevano una forte connotazione anti-russa. Questo, ovviamente, rende un pochino meno autorevole il parere della Casa Bianca.

D. - Nelle ultime ore, c’è un clima sempre più teso in Russia con quello che la stampa ha definito “un giro di vite” sui media. Fino a che punto si arriverà?

R. - Credo che un attimo dopo il risultato elettorale - vero o fasullo che sia - il regime abbia cominciato a pensare al vero appuntamento, quello decisivo e fondamentale, che sono le elezioni presidenziali fissate per il 4 marzo. Credo che il Cremlino cercherà di assicurare a tutti i costi a Putin un’elezione al primo turno, cioè con una maggioranza superiore al 50 % dei votanti, che al momento è totalmente impensabile. Quindi, non mi stupisce che il Cremlino cerchi in questo momento di silenziare le opposizioni, di “ri-orientare” l’opinione pubblica - almeno quella evidente, quella visibile - in una maniera più favorevole alla causa di Putin.

D. - Il futuro delle opposizioni, del dissenso - quello di piazza - quale sarà?

R. – In realtà, dal punto di vista parlamentare i veri vincitori - quelli che veramente hanno approfittato del crollo di Russia Unita - sono i comunisti. E non mi pare che sia una grande alternativa. I movimenti di piazza, invece, sono stati animati, secondo me, da due categorie di persone, che con i comunisti hanno pochissimo a che fare, e quindi hanno pochissimo a che fare con chi ha vinto le elezioni, e cioè i giovani che sono cresciuti in una Russia totalmente putiniana. E’ andata a votare la classe 1993, cioè quelli che nascevano quando Eltsin faceva bombardare il Parlamento, tanto per dare un punto di riferimento; e poi, quella piccola borghesia che, nonostante tutto, si è formata proprio negli anni di Putin. I borghesi russi si sentono traditi da Putin, che non riesce più a mantenere il patto “meno diritti ma più benessere, più stabilità, più crescita economica”. Come queste due categorie - i giovani e la piccola borghesia - riusciranno a darsi una rappresentanza politica è ancora un mistero ed è un problema ancora tutto da risolvere. (fd)







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