Filippine: i vescovi di Mindanao in prima linea contro lo sfruttamento minerario nell'isola
Saranno depositate domani a Manila, capitale delle Filippine, le 100 mila firme raccolte
in tre diocesi di Mindanao contro un progetto minerario di estrazione di rame ed oro
nel sud dell’isola. La consegna avverrà nella residenza presidenziale Malacanang Palace.
“Da sempre i vescovi locali sono impegnati in prima linea contro lo sfruttamento minerario
ai danni delle popolazioni”, riferisce all’agenzia Misna padre Angel Calvo, missionario
clarettiano nella regione di Mindanao, commentando l’iniziativa promossa da tre presuli
locali, mons. Romulo T. Dela Cruz, vescovo di Kidapawan, mons. Dinualdo D. Gutierrez,
vescovo di Marbel, e mons. Guillermo V. Afable, vescovo di Digos. I promotori della
petizione chiedono con urgenza al presidente Benigno S. Aquino III di fermare il progetto
Tampakan. “Pesa da tempo sulle nostre comunità. Da quando è stato avviato, ha creato
soltanto divisioni tra la popolazione” spiegano i presuli, sottolineando anche l’impatto
ambientale devastatore del progetto. Secondo i promotori del piano di sviluppo delle
miniere di Tampakan, l’area contiene le più vaste riserve di rame e oro non sfruttate
del sudest asiatico e se venissero sviluppate, sarebbero le più grandi miniere di
rame delle Filippine e tra le più imponenti del mondo. A gestire il progetto è la
multinazionale con sede in Svizzera ‘Xstrata’ attraverso la sua controllata ‘Sagittarius
Mines, azienda filippina a partecipazione australiana. (R.G.)