Cern: vicini alla scoperta del “bosone di Higgs”. Il commento dell’astronomo della
Specola Vaticana, padre Gionti
Una ricerca che, se confermata, avrà una grande importanza per il completamento della
teoria della materia. Ieri, al Cern di Ginevra, è stato annunciato che in un duplice
esperimento, eseguito sotto la guida di due fisici italiani, è stata trovata la traccia
del “bosone di Higgs”, ossia la particella elementare che sarebbe presente dentro
i nuclei degli atomi di tutti gli elementi. Sull’importanza di questa ricerca scientifica,
Alessandro Gisotti ha raccolto il commento di padre Gabriele Gionti,
astronomo della “Specola Vaticana”:
R. – C’è
un modello che funziona nella teoria delle particelle elementari, che si chiama il
modello “Standard”, che descrive tutte le interazioni che conosciamo in natura. In
questo modello c’è l’unificazione elettromagnetica e l’unificazione debole. Questo
modello era stato predetto teoricamente già da tempo e aveva ricevuto il premio Nobel
nel 1978. Le particelle, però, di questa interazione elettrodebole sono state scoperte
solo nel 1984 da Carlo Rubbia al Cern. La massa di queste particelle, però, è data
dal “bosone di Higgs”. Le particelle a cui questo bosone doveva dare massa sono state
trovate; non è stato trovato invece il “bosone di Higgs” stesso dall’’84 in poi. Sono
stati fatti quindi molti esperimenti al Cern per rivelare questa particella fino ad
arrivare ad oggi.
D. – Quali potrebbero essere le prospettive, un cambio
di visione?
R. – No, questo è il punto: semplicemente viene ulteriormente
confermato il modello elettrodebole. Non c’è ancora nessun segnale che possa puntare
ad una nuova fisica.
D. – I giornali titolano oggi con enfasi “trovata
la traccia della particella di Dio”: una pretesa. Sembra anche un po’ ricordare la
Torre di Babele...
R. – Sì. Uno dei motivi per cui viene chiamata “particella
di Dio” è perché era introvabile: dall’’84 ad oggi sono passati un po’ di anni. Molti
studenti hanno fatto le loro tesi di laurea al Cern, volendo arrivare a questa particella,
ma non l’hanno trovata. Quindi, i modelli teorici che abbiamo non si sono ancora verificati
e non capisco perché si dica “una scienza che riesce a comprendere tutto” se anche
questi modelli teorici che abbiamo, e su cui tutti sembravano d’accordo, non sono
stati ancora verificati ... (ap)