2011-12-13 15:29:38

Pistoia. Domani Messa negli Stabilimenti Breda in crisi. Mons. Bianchi: Natale "amaro", serve il coraggio della speranza


Una Messa natalizia in un luogo insolito: domani, 14 dicembre, il vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, celebrerà alle ore 10 l’Eucarestia all’interno dello Stabilimento Breda, azienda leader nel settore ferroviario a rischio di vendita, o piuttosto di "svendita", come denunciano i lavoratori e le autorità cittadine. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Un Natale segnato non solo a Pistoia ma in tutta Italia dalla crisi economica e dall’acceso dibattito fra le parti sociali, mentre sale la sfiducia dei cittadini verso la politica perché sappia gestire con saggezza ed equità la cosa pubblica:

D. - Mons. Bianchi come è nata l’idea di celebrare la Messa tra i lavoratori della Breda?

R. - E’ stato un invito che ho ricevuto dai lavoratori per portare il segno di una visibilità, di una vicinanza e anche di una solidarietà che è di tutta la Chiesa di Pistoia nei confronti della vicenda di questa fabbrica.

D. - La diocesi, attraverso l’Ufficio per la Pastorale sociale, si è occupata direttamente per portare una parola di mediazione…

R. - Direi che, forse, il gesto di essere invitato nei capannoni dove vengono fabbricati i treni ad alta velocità a celebrare l’Eucaristia è anche - penso - il riconoscimento del ruolo che la Chiesa ha svolto in questa lunga crisi. E’ stato prima di tutto un ruolo di presenza, di attenzione, di ascolto, un ruolo di conforto e di aiuto per quello che era e che è possibile fare. Ma è stato anche un ruolo di mediazione - per quanto era ovviamente corretto ed appropriato compiere da parte nostra - in modo che all’interno della fabbrica ci fosse un clima il più possibile di dialogo, di confronto, di ascolto, di volontà di intravedere e di intraprendere le strade oggi concretamente possibili, che non sempre sono quelle che ciascuna delle parti desidererebbe fosse. Questa presenza ha suscitato attenzione e anche un atteggiamento che ha superato diversi pregiudizi; è stata apprezzata la presenza di una Chiesa, di una comunità cristiana che si faceva - per così dire - tessuto connettivo tra le parti, favorendo lo sbocco di un’intesa, l’ascolto delle ragioni dell’altro e della conciliazione, nel senso di configurare un possibile percorso condiviso.

D. - Eccellenza, si sente dire in giro sarà un "Natale sobrio" e forse possiamo sperare che sarà un Natale più vero: quale messaggio ci dà il Vangelo per non soccombere alle difficoltà?

R. - Lei diceva di un Natale "austero", io temo si debba parlare di un Natale "amaro", perché ci sono veramente centinaia di famiglie che sono sgomente del proprio presente e guardano con estrema preoccupazione il proprio futuro. Lo sgomento riguarda la loro vicenda economica, la vicenda dei figli, ma riguarda anche la vicenda umana, perché inevitabilmente una crisi economica finisce per diventare una crisi sociale e una crisi umana nei rapporti relazionali. Queste vicende economiche agiscono come elemento di disgregazione delle famiglie: le mettono in una situazione di emergenza che, protratta nel tempo, lima e qualche volta addirittura sbriciola le relazioni intrafamiliari, perché le persone perdendo il lavoro, perdendo un livello economicamente - diciamo - dignitoso seppure austero, sentono di perdere dignità, la dignità dei coniugi l’uno di fronte all’altro, la dignità di genitori di fronte alle attese dei figli… E’ terribile questo riverbero della crisi economica dentro le vicende familiari e dentro le relazioni sociali. Io spero, chiedo, credo, prego perché questo Natale sia soprattutto un Natale di coraggio: il coraggio della speranza, il coraggio di non mollare, il coraggio di cercare strade di unità, di collaborazione, di sinergia per aprire spazi possibili, per intravvedere - come dire - degli slarghi ancora praticabili, soprattutto per il cammino del lavoro. Vorrei tanto che quest’anno il Vangelo del Natale, il dono del Signore generasse dentro di noi la capacità di non mollare, di non arrenderci, di non lasciarci andare e - per dirla col profeta Isaia - “di non lasciarci cadere le braccia”. (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.