2011-12-13 14:36:10

India: appello per fermare le violenze contro i cristiani durante il Natale


Il Global Council of Indian Christians (Gcic) chiede alle autorità indiane di “garantire la sicurezza alla vulnerabile minoranza cristiana” e “assicurarsi che le forze nazionaliste non propaghino il loro regno di terrore durante il periodo di Natale”. L’appello lanciato da Sajan K George, presidente del Gcic, arriva dopo tre nuovi attacchi anticristiani avvenuti negli Stati del Karnataka, dell’Andhra Pradesh e del Madhya Pradesh, per mano di forze nazionaliste indù. L'altro ieri notte - riferisce l'agenzia AsiaNews - nel distretto di Mangalore (Karnataka) un gruppo di ignoti ha lanciato pietre contro la grotta di sant'Antonio da Padova, rompendo la teca di vetro e danneggiando la statua del santo. La grotta si trova di fronte alla St. Vincent Ferrer Church e con questo incidente salgono a 42 i casi di violenze anticristiane solo in Karnataka. Il giorno prima, l’11 dicembre, uomini dal volto coperto hanno interrotto il servizio di preghiera della New Fellowship Gospel Church (Andhra Pradesh) e hanno iniziato a prendere a sassate il pastore Bangaraiah. Vedendo che l’uomo perdeva molto sangue da una ferita alla testa, i fedeli sono riusciti a dare l’allarme, mentre gli aggressori fuggivano via indisturbati. Il rev. Bangaraiah è stato trasportato all’ospedale di Stato dove ha ricevuto 14 punti al volto e alla testa. L’aggressione si è consumata nell’indifferenza delle autorità, nonostante a pochi passi dalla Chiesa ci sia la stazione di polizia di Nalgonda. Lo scorso 9 dicembre, nel villaggio Jhabua’s Jhaida dell’Andhra Pradesh, il pastore Ramesh Vasunia dell’indipendente Faith Calvary Church aveva organizzato una giornata di preghiera e digiuno per donne. Nel corso del servizio, numerosi attivisti del Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh) e del Vhp (Vishwa Hindu Parishad) hanno circondato la casa e iniziato a lanciare pietre contro i presenti. Poi, hanno dato fuoco a tre Bibbie, strappato tutti i testi religiosi cristiani, fatto a pezzi un’immagine di Gesù e distrutto una croce di legno. Alcuni di loro hanno aggredito fisicamente una donna anziana e le hanno rubato gli oggetti d’oro che aveva con sé. Quella stessa sera, il pastore è stato nuovamente picchiato e accusato di praticare conversioni forzate. “Queste aggressioni – afferma Sajan K George – sono segno evidente dell’impunità di cui godono gli estremisti indù. Queste forze aggrediscono e insultano i cristiani con regolarità, i quali sono gli unici a essere imprigionati senza aver commesso alcun reato. La minoranza cristiana vive in un clima di oppressione”. Il presidente del Gcic conclude: “Mancano appena due settimane alla nascita di Gesù. Chiediamo alle autorità di aumentare le misure di sicurezza, perché i cristiani possano celebrare il Natale in pace. Siamo forse cittadini di seconda classe per essere trattati in questo modo? O stiamo facendo qualcosa di incostituzionale nel professare la nostra fede?”. (R.P.)







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