India: appello per fermare le violenze contro i cristiani durante il Natale
Il Global Council of Indian Christians (Gcic) chiede alle autorità indiane di “garantire
la sicurezza alla vulnerabile minoranza cristiana” e “assicurarsi che le forze nazionaliste
non propaghino il loro regno di terrore durante il periodo di Natale”. L’appello lanciato
da Sajan K George, presidente del Gcic, arriva dopo tre nuovi attacchi anticristiani
avvenuti negli Stati del Karnataka, dell’Andhra Pradesh e del Madhya Pradesh, per
mano di forze nazionaliste indù. L'altro ieri notte - riferisce l'agenzia AsiaNews
- nel distretto di Mangalore (Karnataka) un gruppo di ignoti ha lanciato pietre contro
la grotta di sant'Antonio da Padova, rompendo la teca di vetro e danneggiando la statua
del santo. La grotta si trova di fronte alla St. Vincent Ferrer Church e con questo
incidente salgono a 42 i casi di violenze anticristiane solo in Karnataka. Il giorno
prima, l’11 dicembre, uomini dal volto coperto hanno interrotto il servizio di preghiera
della New Fellowship Gospel Church (Andhra Pradesh) e hanno iniziato a prendere a
sassate il pastore Bangaraiah. Vedendo che l’uomo perdeva molto sangue da una ferita
alla testa, i fedeli sono riusciti a dare l’allarme, mentre gli aggressori fuggivano
via indisturbati. Il rev. Bangaraiah è stato trasportato all’ospedale di Stato dove
ha ricevuto 14 punti al volto e alla testa. L’aggressione si è consumata nell’indifferenza
delle autorità, nonostante a pochi passi dalla Chiesa ci sia la stazione di polizia
di Nalgonda. Lo scorso 9 dicembre, nel villaggio Jhabua’s Jhaida dell’Andhra Pradesh,
il pastore Ramesh Vasunia dell’indipendente Faith Calvary Church aveva organizzato
una giornata di preghiera e digiuno per donne. Nel corso del servizio, numerosi attivisti
del Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh) e del Vhp (Vishwa Hindu Parishad) hanno circondato
la casa e iniziato a lanciare pietre contro i presenti. Poi, hanno dato fuoco a tre
Bibbie, strappato tutti i testi religiosi cristiani, fatto a pezzi un’immagine di
Gesù e distrutto una croce di legno. Alcuni di loro hanno aggredito fisicamente una
donna anziana e le hanno rubato gli oggetti d’oro che aveva con sé. Quella stessa
sera, il pastore è stato nuovamente picchiato e accusato di praticare conversioni
forzate. “Queste aggressioni – afferma Sajan K George – sono segno evidente dell’impunità
di cui godono gli estremisti indù. Queste forze aggrediscono e insultano i cristiani
con regolarità, i quali sono gli unici a essere imprigionati senza aver commesso alcun
reato. La minoranza cristiana vive in un clima di oppressione”. Il presidente del
Gcic conclude: “Mancano appena due settimane alla nascita di Gesù. Chiediamo alle
autorità di aumentare le misure di sicurezza, perché i cristiani possano celebrare
il Natale in pace. Siamo forse cittadini di seconda classe per essere trattati in
questo modo? O stiamo facendo qualcosa di incostituzionale nel professare la nostra
fede?”. (R.P.)