Domenica prossima, il Papa in visita al carcere romano di Rebibbia
Domenica prossima, ultima di Avvento, il Papa si recherà in visita alla casa circondariale
Nuovo Complesso di Rebibbia. Nella struttura detentiva alla periferia di Roma, l’incontro
con i detenuti avverrà nella chiesa del Padre Nostro. Nell’occasione, il Papa risponderà
alle loro domande e al termine benedirà un albero piantato davanti alla chiesa a ricordo
della visita. Il servizio di Davide Dionisi:
Fervono i
preparativi in vista della visita del Papa nella casa circondariale Nuovo Complesso
di Rebibbia. Sarà la seconda volta che Benedetto XVI si recherà a visitare un carcere,
dopo la storica visita del 18 marzo 2007 nel carcere minorile di Casal Del Marmo.
Ad attenderlo circa 300 persone nella cappella dedicata al Padre Nostro. Un incontro
molto atteso dai detenuti e dal personale che presta servizio in carcere, tenuto conto
che la vita all’interno degli istituti di pena in questi ultimi anni è andata peggiorando
a causa del sovraffollamento, della carenza di personale, dell’eccessiva presenza
di stranieri e di persone provenienti dai ceti sociali più bassi della società, del
taglio dei fondi destinati al trattamento ed alla gestione ordinaria delle case circondariali.
Al cappellano dell’Istituto di pena romano, don Pier Sandro Spriano,
abbiamo chiesto quale significato assume, in questo momento particolare di difficoltà,
la visita del Santo Padre?
R. - Dal mio punto di vista, da quello dei
detenuti e di tutto il carcere ha un significato estremamente importante perché riteniamo
che in un tempo in cui i detenuti sono praticamente abbandonati dalle istituzioni
- perché ci sono altri problemi, perché non ci sono risorse … - la Chiesa, nella sua
espressione più grande che è il Papa, venga qui per dire “noi siamo con voi”, è importante.
Poi che questo possa anche preludere ad un gesto che convinca i politici a fare qualche
cosa di urgente per sanare questo sovraffollamento incredibile, che abbassa la dignità
di tutti, noi ce lo auguriamo, ma è una visita pastorale e soprattutto per sentire
che la Chiesa è vicina.
D. - Come stanno preparando questo speciale
evento i detenuti, le guardie carcerarie e il personale addetto ai lavori?
R.
- La vita del carcere è una vita che quotidianamente ti fa correre in tante direzioni
e non hai molto tempo da dedicare alle preparazioni però in questo caso intanto abbiamo
raccolto tante domande di detenuti che poi verranno selezionate per il dialogo che
avverrà con il Papa e tanti, a differenza di quello che si può pensare fuori, hanno
fatto domande davvero cariche di spiritualità – non cosa mangia il Papa tutti i giorni!
- e quindi poi lo sentiremo domenica e questa è una preparazione forte. Ci sono poi
tanti detenuti che collaborano con noi per imbiancare, per mettere fiori, per poter
creare un ambiente dignitoso alla vista di quest’uomo che rappresenta Gesù in mezzo
a noi. Tutti quanti sono coinvolti e tutti stanno facilitando in maniera forte questo
evento. (bf)