Pakistan: i talebani annunciano colloqui con il governo
Prove di pace in Pakistan. I talebani hanno, infatti, annunciato che i colloqui con
il governo di Islamabad stanno procedendo sulla strada giusta. Un negoziato difficile,
che prosegue già da tempo, ma che in questo momento sta coinvolgendo – secondo fonti
locali – alti funzionari dell’esecutivo pakistano. Salvatore Sabatino ha chiesto
un commento a Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica presso l’Università
"Cattolica" di Milano:
R. – Bisogna
vedere di quali talebani si sta parlando. L’etichetta “talebani” identifica una galassia
di opposizioni al regime di Kabul e anche al governo di Islamabad. Tutto questo non
deve indurci a grandi speranze immediate, anche se è una situazione sicuramente positiva,
perché trattative a vari livelli – bilaterali, multilaterali – facilitate da attori
internazionali o regionali sono in piedi da vari anni. Ora, bisogna capire bene questo
annuncio, che mi sembra un po’ ambiguo, se riguarda proprio trattative per una facilitazione,
una pacificazione, tra talebani, Kabul e Islamabad o se è più una cosa interna al
Pakistan.
D. – Infatti, il movimento talebano ha al suo interno diverse
anime, diverse fazioni. Ma possiamo immaginare come il governo di Islamabad può, di
fatto, compattare tutti questi fronti?
R. – Io credo che sia un po’
il contrario. Islamabad è sicuramente uno degli attori cruciali per questa pacificazione,
ma non è – come dire – un broker, un pacificatore gratuito, lo fa per i propri interessi
nazionali. Il Pakistan è sempre stato fortemente coinvolto con i talebani, che ha
“creato” negli anni ’90. Quindi, Islamabad teme di essere estromesso o marginalizzato
nel processo di pace; vuole contare. Quindi, usa a volte strumentalmente alcuni gruppi
talebani. Non è un caso che Karzai, il presidente afghano, sia molto scettico nei
confronti del ruolo in positivo che il Pakistan può giocare in questa vicenda.
D.
– Proprio il presidente Karzai, anche in consessi internazionali, ha ribadito che
con i talebani è impossibile dialogare. La pace in Pakistan può essere una chiave
di volta anche in Afghanistan o non è possibile questo?
R. – Sicuramente
è un fattore positivo se questa pace, all’interno del Pakistan, si traduce in una
diminuzione del sostegno che i pashtun pakistani danno agli insorti. Se invece questa
pace significa che i talebani nelle zone di frontiera pakistane abbiano maggiore margine
di manovra, non porterà nulla di buono. Io vedo anche questo avvicinamento come una
conseguenza dello sciagurato incidente in cui gli americani hanno ucciso 24 soldati
pakistani per errore, ma riflette anche la rabbia pakistana per le continue incursioni
della Nato degli Stati Uniti all’interno del territori pakistani di frontiera. (ap)