2011-12-11 14:16:16

Congo: tensione dopo il voto che ha riconfermato Kabila presidente


Nella Repubblica Democratica del Congo, dopo il contestato voto che ha riconfermato alla presidenza Joseph Kabila, si moltiplicano gli appelli alla calma, anche da parte del candidato dell’opposizione, Etienne Tshisekedi, che si era autoproclamato vincitore delle consultazioni. La situazione rimane ad alta tensione e rischia di esplodere a causa dei forti sospetti e delle accuse di brogli e manipolazioni del voto. Anche gli osservatori internazionali hanno definito il risultato del voto poco credibile. Nelle ultime ore, ci sono state 4 vittime durante scontri a Kinshasa. Manifestazioni anche all’estero, nei Paesi in cui vivono i congolesi della diaspora. Della situazione in Congo, che già nel recente passato ha vissuto il dramma della guerra civile, Giancarlo La Vella ha parlato con Giusy Baioni, giornalista dell’associazione “Beati i Costruttori di Pace”:RealAudioMP3

R. - La situazione attualmente è molto preoccupante, nonostante l’oppositore Tshisekedi abbia invitato alla calma. Il problema è vedere cosa succederà nelle prossime ore, nei prossimi giorni, perché i risultati sono molto contestati.

D. - Quanto è concreto il dubbio sulla regolarità dei risultati elettorali?

R. - Mi risulta che ci siano stati problemi, molti dubbi sulla regolarità del voto. Ci sono state associazioni internazionali, europee presenti, che hanno denunciato brogli. E poi il problema non è solo questo, perché i brogli sono cominciati già mesi fa, quando la popolazione era invitata alla registrazione per avere diritto al voto. Molta gente è stata esclusa in maniera arbitraria mentre altri, pare siano stati in possesso di carte elettorali concesse senza i necessari requisiti. Quindi ci sono a monte dei brogli e poi ho notizie di schede falsificate arrivate già compilate ed altre cose di questo genere.

D. - C’è il rischio che queste tensioni non rientrino e che quindi si torni a un momento di conflittualità civile pericoloso e doloroso?

R. - Il rischio c’è da mesi da quando tante persone facevano il paragone con quello che è successo in Costa d’Avorio. Tutti ci auguriamo chiaramente di no ma stiamo a vedere come si evolve la situazione nelle prossime ore.

D. - Come inquadrare oggi la Repubblica democratica del Congo nel territorio africano?

R.- È un Paese enorme, ricchissimo e molto instabile, conteso dagli appetiti di molti Paesi confinanti e da molte potenze internazionali. Sicuramente chi riesce ad aggiudicarsi le elezioni poi avrà a disposizione molte ricerche da gestire e molte concessioni da distribuire.

D.- La presenza della comunità internazionale come si esprime in Congo?

R. - È presente ormai da anni fra l’altro con un programma che è tra i più costosi delle Nazioni Unite, si parla 2 milioni di dollari al giorno, e quindi gli investimenti sono tantissimi e il ritorno non è sempre così efficace.

D. - L’importanza del ruolo della Chiesa in questo Paese…

R. - Ha un’importanza fondamentale. La Conferenza episcopale è una delle voci che con più decisione, anche in questi mesi, e nelle ultime settimane, più volte ha invitato alla calma, ha invitato alla regolarità del voto. Appelli che non sempre vengono raccolti, però, a livello politico. È comunque una delle poche istituzioni che lavora a contatto con la gente, che fa sensibilizzazione, anche in questi mesi. Per esempio, ha lavorato molto per preparare la gente comune al voto, gente che, ricordiamo, non è alfabetizzata non è informata. Tra l’altro, ha formato centinaia di osservatori nazionali che sono stati presenti durante le operazioni di voto. (bi)







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