2011-12-11 14:52:47

Conferenza di Durban: accordo per un Trattato globale sulla riduzione dei gas serra


Via libera ad una tabella di marcia in vista di un Trattato globale sulla lotta ai cambiamenti climatici entro il 2015, che entrerà in vigore a partire dal 2020. E’ il risultato della 17.ma Conferenza Onu sul clima che si è conclusa in queste ore a Durban, in Sudafrica, dopo una lunga maratona negoziale durata 13 giorni. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Diverse questioni restano ancora irrisolte ma non bisogna trascurare alcuni progressi. Per la prima volta c’è un’intesa che impone a tutti gli Stati di intraprendere azioni tese a ridurre l’emissione di gas serra, sebbene nel lungo periodo. Il "Kyoto 2", infatti, entrerà in vigore a partire dall’anno prossimo, ma senza la partecipazione di Paesi come Canada, Russia e Giappone. Per questo alcune associazioni ambientaliste parlano di accordo debole e privo di ambizioni. Tuttavia – grazie anche al ruolo forte dell’Europa – è stato definito un compromesso che vede il coinvolgimento di Cina, Bralsile e India e il richiamo alle responsabilità degli Stati Uniti che non hanno mai ratificato il protocollo di Kyoto. Tutti, fin da subito, cioè a partire dall’anno prossimo, dovranno impegnarsi a ridurre l’emissione di CO2 e a pensare fattivamente al trattato globale del 2015. A sostenere i costi affrontati dai Paesi in via di sviluppo c’è "Fondo Verde", che sarà progressivamente aumentato fino a raggiungere i 100 miliardi di dollari nel 2020. Diversi analisti, alla luce della crisi economica, sono scettici di fronte a tale promessa. Altri invitano a considerare la dimensione globale dell’intesa. “Abbiamo fatto la storia”, hanno affermato gli organizzatori. Anche l’Unione Europea ha espresso ottimismo. Delusione, invece, da parte di quanti chiedono da sempre impegni vincolanti e uguali per tutti al fine di mantenere il riscaldamento del pianeta sotto i due gradi.

Italia - Manovra
In Italia, incontro questa sera tra il premier Monti e i sindacati sui contenuti della manovra anti-crisi, alla vigilia dello sciopero generale di tre ore proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Al centro del dibattito, restano temi come pensioni, tasse sugli immobili e vitalizi dei parlamentari, mentre il testo del provvedimento è ancora al vaglio delle Commissioni della Camera. Oggi, infine, manifestazione a Roma delle donne aderenti al movimento "Se non ora quando".

Costa D’Avorio - Elezioni
Urne aperte oggi in Costa d’Avorio per le prime elezioni legislative dopo la crisi politica conclusasi lo scorso mese di aprile con circa 3 mila vittime e l’arresto dell’ex capo di Stato Gbagbo. La sua formazione boicotterà la tornata elettorale, che coinvolge 5,7 milioni di cittadini chiamati ad eleggere 255 seggi del parlamento. Il presidente Ouattara si è recato a votare e ha esortato tutti i compatrioti a recarsi alle urne, che chiuderanno nel pomeriggio. A sorvegliare sulle operazioni di voto ci sono 7 mila soldati della missione Onu a supporto dei 25 mila agenti ivoriani. In questi giorni alcuni episodi di violenza hanno provocato almeno 5 morti.

Siria - scontri
In Siria, centinaia di disertori stamattina hanno attaccato i sodati di Damasco nel Sud del Paese. Attivisti riferiscono inoltre di altre 5 vittime tra i civili in diversi episodi di repressione avvenute in queste ore. Intanto, a partire da oggi, gli antigovernativi hanno indetto uno sciopero generale "a oltranza". Si tratta di una campagna di disobbedienza civile che consiste nello stop delle attività produttive e dei consumi. Domani, invece, sono previste le elezioni municipali, le prime consultazioni dall’inizio delle proteste. La Lega Araba, dal canto suo, ha fatto sapere che si riunirà in settimana al Cairo per rispondere alle condizioni dettate da Damasco per consentire l’invio di osservatori in Siria.

Afghanistan
"Gli stranieri alimentano la corruzione in Afghanistan". Lo ha affermato il presidente Hamid Karzai, precisando che si tratta di sostegno offerto ai criminali in relazione ad alcuni “contratti”. Il leader di Kabul ha fatto riferimento al recente arresto di un uomo ad Herat che le forze internazionali avrebbero voluto liberare.

Medio Oriente
Calma apparente in queste ore al confine tra Gaza e Israele. La notte scorsa, però, sulla Striscia c’è stato l’ultimo raid aereo israeliano che ha provocato due feriti. Le azioni da parte dello Stato ebraico rappresentano la risposta ai continui lanci di razzi da parte di miliziani palestinesi.

Russia - proteste
"Ascolteremo le proteste". Così, il portavoce del premier russo Putin all’indomani delle massicce manifestazioni a Mosca e in altre città contro i risultati delle recenti elezioni, che hanno decretato il successo del partito di governo Russia Unita. La piazza, alla presenza di almeno 50 mila persone, ha denunciato brogli chiedendo nuove consultazioni e le dimissioni della leadership. Il Cremlino ha ribadito che i cittadini hanno il diritto di esprimere il proprio punto di vista in modo pacifico e che questo diritto continuerà ad essere garantito.

Sisma - Messico
Violento sisma di magnitudo 6,5 in Messico. E’ avvenuto ieri sera nel Sud del Paese. Il primo bilancio è di almeno due vittime - una delle quali un bambino di 11 anni - e di due feriti. La scossa è stata avvertita anche a Città del Messico dove diverse persone si sono riversate in strada.

Panama - Noriega
Cresce la tensione a Panama per il ritorno in patria dell’ex presidente Noriega, estradato dalla Francia. L’uomo stamattina ha lasciato il carcere parigino dov’era recluso dal 2010, dopo aver trascorso 21 anni in carcere per narcotraffico negli Stati Uniti. Nel suo Paese dovrà scontare 60 anni di prigione per aver ordinato l’uccisione di tre oppositori negli anni Ottanta. Ad attendere l’ex leader panamense ci sono diverse manifestazioni di protesta. Il capo di Stato Martinelli ha confermato che, tra imponenti misure di sicurezza, Noriega sarà trasferito immediatamente in un penitenziario a una trentina di chilometri dalla capitale Panama City.

Mauritania - terrorismo
L’espansione di Al Qaeda nel Sahel al centro del summit tra Paesi sud europei e nord africani che si apre oggi a Nouakchott, in Mauritania. L’organismo – nominato gruppo 5+5 – è composto da Francia, Spagna, Italia, Malta e Portogallo e da Algeria, Libia, Tunisia, Marocco e Mauritania. La riunione odierna – la prima della struttura - verterà sul rientro in Mali e Niger dei miliziani che in questi mesi hanno combattuto al fianco delle forze Gheddafi. Si tratta di centinaia di uomini armati, la cui presenza aumenta l’instabilità dell’area dove opera l’Amqi, il ramo nordafricano di Al Qaeda.

India
In India, riprende la protesta del pacifista Anna Hazare che oggi è arrivato a Nuova Delhi dove ha iniziato un nuovo sciopero della fame per sollecitare l’approvazione della legge anti-corruzione. Annunciando la sua iniziativa, l’uomo ha criticato il governo precisando che la sua lotta proseguirà ad oltranza. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 345







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