2011-12-10 14:13:38

Sud Sudan: combattimenti alla frontiera minacciano la sicurezza dei rifugiati


Continuano i combattimenti al confine fra Sudan e Sud Sudan e sono circa 20 mila i rifugiati considerati a rischio. Riferisce in un comunicato l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), che il timore di attacchi all’insediamento di Yida ha spinto alcune persone a cercare riparo nella boscaglia e che la crescente insicurezza ha limitato l’accesso delle agenzie umanitarie, provocando ripetute sospensioni dell’assistenza. Si teme ora che le violenze, finora limitate all’area di frontiera di Jau, possano estendersi all’area di Yida, già colpita da raid aerei nel mese di novembre. L’Acnur sta cercando di velocizzare le operazioni di trasferimento dei rifugiati verso aree lontane dall’insicura area di frontiera, in nuovi siti in regioni più interne del Sud Sudan, dove potranno beneficiare di maggiore sicurezza e migliore assistenza. Finora, tuttavia, la maggior parte dei rifugiati si è mostrata riluttante a lasciare Yida, dove continuano ad arrivare tra le 60 e le 110 persone al giorno. I rifugiati sono preoccupati anche del rischio di mine sulle strade delle regioni più interne e, al fine di garantire la sicurezza del percorso, il Centro delle Nazioni Unite di azione contro le mine sta effettuando operazioni di ricerca di ordigni e bonifica. Intanto nelle regioni orientali del Sud Sudan continuano ad arrivare rifugiati in fuga dallo stato sudanese di “Blue Nile”, al ritmo di 650 al giorno. Di recente è stato identificato un gruppo di 10 mila rifugiati nei pressi di Elfoj, nella contea di Maban, che stanno per essere accolti in nuovo insediamento allestito dall’Acnur. Questo sito andrà ad aggiungersi a quello di Doro che già ospita 20.000 persone arrivate di recente dal “Blue Nile”. Complessivamente negli ultimi mesi il Sud Sudan ha visto arrivare oltre 50 mila rifugiati dagli stati sudanesi di “Blue Nile” e del Kordofan meridionale. Quasi 33 mila rifugiati sudanesi sono Stati accolti dall’Etiopia dal mese di giugno. Tra loro oltre 18 mila sono ospitati in due campi e in un centro di transito, mentre circa 14 mila vivono presso le comunità locali nelle aree di frontiera. In collaborazione con le autorità locali, l’Unhcr sta lavorando all’ampliamento degli esistenti campi per rifugiati in modo da potervi trasferire i rifugiati che vivono presso le famiglie locali. (M.R.)







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