2011-12-10 09:56:51

Il cardinale Bagnasco: norme giuste sull'Ici, colpire gli abusi e chiarire le regole sulle esenzioni


“In linea di principio, la normativa vigente è giusta, in quanto riconosce il valore sociale delle attività svolte da una pluralità di enti no profit e, fra questi, degli enti ecclesiastici. Questo è il motivo che giustifica e al tempo stesso delimita la previsione di una norma di esenzione”. Con queste parole, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è intervenuto a Genova a margine di un incontro promosso dal gruppo ligure dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) sul tema “Elite di potere ed etica”. “E’ altrettanto giusto – ha aggiunto – se vi sono dei casi concreti nei quali un tributo dovuto non è stato pagato, che l’abuso sia accertato e abbia fine.
“In quest’ottica – ha concluso il cardinale presidente – non vi sono da parte nostra preclusioni pregiudiziali circa eventuali approfondimenti volti a valutare la chiarezza delle formule normative vigenti, con riferimento a tutto il mondo dei soggetti non profit, oggetto dell’attuale esenzione”.


“La Chiesa cattolica paga quello che c’è da pagare, paga quello che è previsto, come tutti, e non gode di nessun privilegio”: E' quanto affermato in una nota del Sir, l’Agenzia della Conferenza episcopale italiana, commentando la campagna sui presunti privilegi della Chiesa in merito all’Ici. Ma cosa c’è dietro questa campagna che, tra l'altro, fa confusione tra Vaticano, diocesi italiane ed enti religiosi? Sergio Centofanti lo ha chiesto al prof. Carlo Cardìa, docente di diritto ecclesiastico presso l’Università di Roma Tre:RealAudioMP3

D. - Io vedo innanzitutto una volontà di portare a livello mediatico una cosa che viene stravolta nella sostanza. Questo è il primo punto, cioè dare notizie non vere. Il secondo aspetto è il riproporsi di un filone, di un certo astio, di un atteggiamento pregiudizialmente contrario alla Chiesa.

D. – Si dice che la Chiesa non paghi l’Ici…

R. – La legge ordinaria dice che l’esenzione da questa famosa Ici riguarda le attività - attenzione, non si riferisce soltanto agli enti cattolici ma a tutti gli enti, cattolici, di altre confessioni religiose, laici, le Onlus ... -, quindi è una norma generale. Allora esiste un regime che riguarda tutti e che dice: quando le attività sono di interesse sociale non si applica l’Ici. Onestamente, la Chiesa che cosa c’entra? Certamente si può dare l’ipotesi di qualcuno che può camuffare un immobile e questo lo può fare anche una persona che non ha nulla a che vedere con la Chiesa ma stiamo nella patologia: queste persone, se esistono, devono essere colpite.

D. - Quindi queste esenzioni riguardano tante realtà, non sono un privilegio della Chiesa …

R. - Riguardano tutte le realtà che svolgono attività di interesse sociale, perché poi c’è l’atro aspetto: perché lo Stato prevede questa esenzione? Perché queste attività sono assistenziali, questo è il primo punto, sociali in senso stretto, culturali, e svolgono una funzione che dovrebbe svolgere lo Stato. In questa maniera questi enti - di qualsiasi tipo, cattolici, ebraici, valdesi, le Onlus, quindi anche i laici … - liberano lo Stato da un onere che sarebbe molto più forte per lui. Qui sta la logica: cioè, non solo perché l’attività sociale è apprezzabile ma perché lo Stato si sente sgravato dal fare quello che in questo caso fanno i privati. Pensiamo soltanto a ciò che fa la Chiesa, e non solo la Chiesa cattolica, a favore dell’immigrazione. L’immigrazione in Italia non è andata incontro a momenti drammatici per quell’opera, io la chiamo “di ammortizzatore sociale”, che gli enti di volontariato hanno fatto, cattolici e non. Quindi lo stravolgimento della realtà è ancora più forte perché si nasconde la logica di un’esenzione che, ripeto, riguarda tutti ma in funzione di un’attività - perché sostanzialmente è di volontariato - che lo Stato non sarebbe in grado di svolgere nei confronti dei più deboli.

D. - Tra le varie accuse ricorrenti c’è però quella che dice: basta una cappellina per avere l’esenzione…

R. – Allora, in questo caso, colui che facesse questa operazione pecca due volte: primo, commette un peccato nei confronti del nostro Padre Eterno perché dice una bugia; secondo, commette una irregolarità grave, va individuato e va punito ai sensi delle leggi civili. (bf)







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