Lunedì scorso, la Santa Sede è entrata a far parte dell’Organizzazione internazionale
per le migrazioni come Stato membro. Un evento di grande significato che sottolinea
il rinnovato impegno della Chiesa in favore dei migranti e sul quale si sofferma il
nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per "Octava Dies",
il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
Secondo le
previsioni, nel secolo corrente oltre 200 milioni di persone si aggiungeranno al numero
attuale dei migranti nel mondo. La crisi economica non diminuisce i problemi delle
migrazioni, ma li aggrava sotto diversi punti di vista. E così i flussi di uomini
e donne che lasciano i loro Paesi sotto la spinta della povertà, delle catastrofi
naturali o dell’oppressione, anche a rischio della vita, attraverso il Mediterraneo,
o il Mar Rosso, o il deserto del Sinai o dell’Arizona continuano e continueranno.
Come proteggerli, come accoglierli, come dare ad essi l’opportunità di una vita sicura
e dignitosa, perché non siano visti come un pericolo, ma come avanguardie e creatori
di ponti nel crogiuolo dell’umanità globale?
La Santa Sede è molto coinvolta
su questo fronte. Già Pio XII aveva voluto nella Curia Romana uno specifico Consiglio
per questi problemi, poi rafforzato da Paolo VI. Ora essa ha chiesto e ottenuto di
essere non solo Osservatore, ma Membro a pieno titolo dell’Organizzazione Internazionale
per le Migrazioni di Ginevra, proprio per intensificare il suo impegno e la sua partecipazione
solidale con la comunità dei popoli. La Santa Sede si fa eco della difesa dei diritti,
sulla base della ferma convinzione della dignità di ogni persona umana, ma si fa anche
eco dell’esperienza operativa di tante organizzazioni cattoliche che operano davvero
sul campo in ogni continente, dando contenuto e credibilità alle sue parole e alle
sue proposte. Con i migranti, con i rifugiati, dando loro la possibilità di vivere
e di crescere, dobbiamo costruire insieme un avvenire comune.