2011-12-10 09:25:04

Con i migranti: l’editoriale di padre Lombardi


Lunedì scorso, la Santa Sede è entrata a far parte dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni come Stato membro. Un evento di grande significato che sottolinea il rinnovato impegno della Chiesa in favore dei migranti e sul quale si sofferma il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:RealAudioMP3

Secondo le previsioni, nel secolo corrente oltre 200 milioni di persone si aggiungeranno al numero attuale dei migranti nel mondo. La crisi economica non diminuisce i problemi delle migrazioni, ma li aggrava sotto diversi punti di vista. E così i flussi di uomini e donne che lasciano i loro Paesi sotto la spinta della povertà, delle catastrofi naturali o dell’oppressione, anche a rischio della vita, attraverso il Mediterraneo, o il Mar Rosso, o il deserto del Sinai o dell’Arizona continuano e continueranno. Come proteggerli, come accoglierli, come dare ad essi l’opportunità di una vita sicura e dignitosa, perché non siano visti come un pericolo, ma come avanguardie e creatori di ponti nel crogiuolo dell’umanità globale?

La Santa Sede è molto coinvolta su questo fronte. Già Pio XII aveva voluto nella Curia Romana uno specifico Consiglio per questi problemi, poi rafforzato da Paolo VI. Ora essa ha chiesto e ottenuto di essere non solo Osservatore, ma Membro a pieno titolo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni di Ginevra, proprio per intensificare il suo impegno e la sua partecipazione solidale con la comunità dei popoli. La Santa Sede si fa eco della difesa dei diritti, sulla base della ferma convinzione della dignità di ogni persona umana, ma si fa anche eco dell’esperienza operativa di tante organizzazioni cattoliche che operano davvero sul campo in ogni continente, dando contenuto e credibilità alle sue parole e alle sue proposte. Con i migranti, con i rifugiati, dando loro la possibilità di vivere e di crescere, dobbiamo costruire insieme un avvenire comune.







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