La Kek ai leader europei: ridurre il debito senza colpire i più deboli
Adottare misure efficaci che siano in grado di risolvere le crisi dei mercati, ma
senza dimenticare di mettere al centro i bisogni della gente e l’idea della solidarietà:
questo l’appello lanciato dalla Commissione Chiesa e società della Conferenza delle
Chiese europee (Kek) ai leader politici dell’Unione riuniti a Bruxelles. La Conferenza,
infatti, che unisce 125 chiese delle tradizioni ortodossa, anglicana e protestante,
si dice preoccupata per “la crisi più significativa ed esistenziale” che l’Europa
si trova ad affrontare da quando è nata, consapevole della necessità di un’azione
concertata da parte degli Stati membri, perché è la stessa Ue a essere messa in discussione.
“Gli Stati non possono continuare a vivere a scapito degli altri e delle future generazioni
producendo debito – si legge in una nota riportata dall’agenzia Sir – ed è altresì
evidente che la riduzione del debito attuale non può essere raggiunta soltanto con
misure di austerità che colpiscono le persone già vulnerabili nelle nostre società
come i migranti, i giovani e gli anziani, i sottostipendiati e i disoccupati”. La
Kek chiede ai vertici dell’Europa di ascoltare le proteste delle persone che scendono
in strada, perché il modello sociale europeo, “apprezzato in molte occasioni prima,
deve dimostrare la sua vitalità soprattutto in momenti di crisi” e l’Unione stessa
deve saper dimostrare la propria capacità di agire sulla base dei valori e dei principi
etici che la caratterizzano. (R.B.)