Congresso del Credito Cooperativo: banche per sostenere famiglie e piccole imprese
"Il sistema creditizio può e deve svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere la
ripresa economica di tutto il Paese, ispirata ai principi della coesione sociale e
territoriale". E' quanto dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
nel messaggio al presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, in occasione del
Congresso del Credito Cooperativo che si è aperto oggi a Roma. Per Azzi “in Italia
si avverte un sentimento di riscatto”, assieme alla “consapevolezza dei sacrifici
necessari”, facendo affidamento su un sistema bancario solido. Alessandro Guarasci
lo ha intervistato:
R. – Le banche
italiane sono solide soprattutto perché hanno sviluppato un’attività di rete nei confronti
dei territori, nei confronti dell’economia reale e l’economia reale italiana – nonostante
le difficoltà – è un punto di forza del nostro Paese.
D. – Le banche
del Credito Cooperativo in questo senso hanno un compito peculiare?
R.
– Le Banche di Credito Cooperativo accentuano – se si può – ancor di più queste caratteristiche.
Noi siamo presenti su tutto il territorio nazionale con oltre 4.400 agenzie: il 13
per cento degli sportelli bancari, in Italia, reca il marchio della doppia "C" del
Credito Cooperativo. Il nostro impegno è quello di lavorare per sostenere le necessità
ed accompagnare le famiglie e le piccole imprese, consapevoli della missione che parte
da una Enciclica – la “Rerum Novarum” – di Leone XIII e trova un riferimento e uno
stimolo straordinari nella “Caritas in Vertitate”.
D. – Draghi ha detto:
“non potremo comprare bond in eterno”. Qual è allora l’alternativa?
R.
– Io credo che prima di tutto gli europei si attendano una risposta dalla politica
dell’Europa. In questo momento l’economia ha cercato di dare risposte, la finanza
sta cercando faticosamente di dare risposte comuni, ma il grande messaggio che gli
italiani e gli europei si attendono è un messaggio politico da parte di chi ritrovi
lo spirito dei pionieri e dei fondatori dell’Europa, che avevano motivazioni grandi,
valide; erano personaggi adeguati ai tempi. Oggi dobbiamo ritrovare le condizioni,
le motivazioni e le persone.
D. – Insomma serve più integrazione, perché
queste crisi non si governano solo con gli strumenti finanziari?
R.
– Sicuramente serve integrazione, serve coraggio, serve determinazione e serve ritrovare
uno spirito comune di collaborazione e di fraternità.
D. – Questo è
un discorso che vale sia per la Francia che per la Germania, ma anche per la Gran
Bretagna, che sappiamo che in qualche modo cerca di smarcarsi…
R. –
Dovrebbero valere anche per la Gran Bretagna, ma io penso che se la Gran Bretagna
non se la sente, possiamo farcela anche senza la Gran Bretagna. (mg)